La caletta si apre all’Adriatico precipitando nella profondità del mare costeggiando la roccia come imboccatura accogliente e protettiva.
Nell’aprile carico di pioggia il mare narra storie d’estate vissute tra le grida dei bambini inesperti e le prodezze degli audaci tuffatori. Narra del brulicare delle persone festose tra sole e acqua, caldo e fresco, abbronzatura perfetta. Libertà.
A Cala Incina la torre difende scenari di pace, non avvista navi da guerra di invasori, sorride alle barche dei pescatori e ai mercantili lontani, osserva il vento gonfiare le vele. Oggi saluta un delfino nella solitudine del mare.
La Torre Incina con la sua pianta quadrata e i due livelli protegge la cala e indica il percorso da seguire per raggiunge la comoda spiaggetta di sassolini per poi poter entrare in acqua. La si vede chiaramente dalla statale 16, tra Monopoli Nord e Polignano a Mare Sud. Contesa tra i due paesi è meta per appassionati di immersioni.
Le rocce nascondono grotte e insenature da osservare, boccaglio tra i denti e bombole di ossigeno in spalla e piombo in vita, per scoprire antiche ancore romane e moderne statue di Madonne da salutare. Dai 2 ai 24 metri di profondità lungo il costone di roccia tra la poseidonia e le gorgonie gialle ecco apparire stelle marine.
Il ritmo dolce del canto degli aghi di pino è musica che parla al cuore. Ascolta questo canto, le gocce che bagnano il mare con la loro danza sono messaggere di pace. Se Pedro di Toledo nel 1529 la realizzò per difesa tra le 16 della terra di Bari, in questo giorno è qui per cantare a te. Libertà di raggiungermi.