Visioni d'insieme

La stanza di Giovanni, James Baldwin

La stanza di Giovanni, James Baldwin

In un solo libro ci sono tutti i legami che ci definiscono.

La perdita della madre, il rapporto conflittuale con il padre “Forse si era immaginato che, crescendo, ci saremmo riavvicinati, mentre adesso che stava cercando di scoprire qualcosa su di me io ero in piena fuga da lui. Non volevo che mi conoscesse. Non volevo che nessuno mi conoscesse. E poi stava succedendo con mio padre quello che inevitabilmente succede alle persone molto giovani con gli adulti: stavo cominciando a giudicarlo. E tutta la durezza di quel giudizio, che mi spezzò il cuore, mi rivelò, sebbene non sarei stato in grado di esprimerlo allora, sia quanto l'avessi amato, sia quanto quell'amore, insieme alla mia innocenza, stesse morendo”, dove l’amore cerca di resistere alle diversità, agli scontri, alle incomprensioni “Non volevo essere suo amico, volevo essere suo figlio. Quello che tra noi passava per sincerità tra uomini mi stremava e mi atterriva. I padri dovrebbero evitare la totale nudità davanti ai figli. Non volevo sapere - comunque non dalla sua bocca - che la sua carne era debole come la mia”.

Il momento in cui i sogni si infrangono in mille pezzi in una realtà che non si è scelta “forse, la vita offre solo la possibilità di scegliere fra il ricordare il giardino e dimenticarlo. Una cosa o l'altra: ci vuole forza per ricordare, ci vuole un altro tipo di forza per dimenticare, ci vuole un eroe per fare le due cose insieme. Chi ricorda corteggia la pazzia attraverso il dolore, il dolore dell'eterno ritorno alla morte della propria innocenza; chi dimentica corteggia un altro tipo di follia, la follia della negazione del dolore e dell'odio per l'innocenza; e il mondo si divide per lo più tra pazzi che ricordano e pazzi che dimenticano. Gli eroi sono rari”.

La realtà, la cruda realtà che ci attraversa “Ma nessuno, purtroppo, può inventare i propri ormeggi, gli amanti e gli amici, più di quanto possa intentarsi i genitori. La vita ce li dà e ce li toglie, e la cosa più difficile è dire di sì alla vita”.

C’è l’amore che dovrebbe bastare,  “Ancora adesso in me sento agitarsi in modo vago, orribile quello che allora si era agitato in me prepotentemente: una sete ardente, un tremore e una tenerezza così dolorosa che pensavo mi sarebbe scoppiato il cuore. Ma da quel dolore sconvolgente, intollerabile venne la gioia, la gioia che ci regalammo l'un l'altro, quella notte. Sembrava, allora, che una vita intera non sarebbe bastata per vivere con Joey l’atto d’amore”, ma non basta.

James Baldwin scrive La stanza di Giovanni, edito da Fandango e tradotto da Alessandro Clericuzio per straziare l’anima del lettore e a tratti illuminarla. Non c’è salvezza, ma c’è la vita. 

 

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