Piccole palline di pasta lievitata e sapientemente impastate, con un matterello realizzare dischi perfetti, da far riposare per qualche minuto.
Mozzarella e pomodoro, mortadella e provolone piccante, rape e salsiccia, carne, ricotta e limone, nutella. Il piccolo disco riceve la sua porzione di ripieno, ancora le mani chiudono le due metà, mezze lune. Angela e Lorenzo, Maria e Franca, le dita sporche di farina conversano amabilmente mentre preparano 400 panzerotti. Nicola e Tonia attendono che l’olio arrivi a temperatura per poi friggere, doratura perfetta da un lato e dall’altro. Francesco riempie calici di spritz mentre il sole sembra non volere eclissarsi oltre la linea di orizzonte. Un gatto di pochi mesi si affaccia sulla soglia in cerca di un boccone prelibato.
Teresa, Luisella, Anna, Patrizia, Barbara, Rosa, Francesco, sgranocchiano patatine e olive osservando chi insiste a voler pulire il barattolo della nutella abbinando il dolce ora al salame, ora al formaggio, composizioni ardite da abbinare a gelsi rossi raccolti nello stesso istante, maturi da colorare labbra e polpastrelli.
Una serata nella campagna barese nella quale non c’è spazio per i pensieri, ma solo per chiacchiere e degustazioni, panzerotti fritti da mandare giù uno dopo l’altro, tra un bicchiere di birra e un primitivo fruttato. Poi è il tempo del digestivo, i liquori di Angela spaziano dal finocchietto al limone, dall’arancia al mandarino. Non ubriacarsi è una sfida per temerari. Ma sotto un tetto di edera, la luna a guardare le sue tante metà, il tempo scorre come se non ci fosse un domani, racconti, aneddoti, pasticci culinari.
I fichi fioroni aspettano il loro turno, chiusura di una serata, premio per aver messo tutto di nuovo in ordine. Nella compagnia ritrovata il tempo di una risata è il prolungamento naturale di ciò che si è lasciato in sospesa, è un modo per ritrovarsi ancora, per non sciogliere legami.
Legati come edera lo sguardo alle stelle mentre si ritorna in città.