Nei vicoli stretti balconi fioriti, decorazioni semplici sui muri che prolungano verso il cielo la roccia che si staglia alta sul mare. Trampolino.
Da queste abitazioni sfacciatamente sul blu un tuffo è materia per campioni. Si animano i vicoli nei mesi caldi, brulicano di persone che cercano terrazze dalle quali ammirare il mare, Adriatico, scuro, profondo. Quello che chi ancora abita in queste dimore, tante trasformate in B&B, osserva tutto l’anno nei giorni in cui è sferzato dal maestrale e le onde alte e grosse si infrangono con fragore sulla roccia, e nei giorni in cui è sereno, pacifico, rassicurante. Il solo guardare è verso poetico.
Fuori dalla porta di ingresso al centro storico, alcuni palazzi moderni stridono con la bellezza dei vicoli, qui il ponte su lama Monachile, dove un tempo non era difficile scorgere la foca monaca, ricorda le antiche intelligenze romane e la via Traiana. Qui ci si ferma almeno un attimo per fissare le sponde, la spiaggia coi ciottoli levigati dalle onde.
Quel che sorprende a Polignano a Mare è la sconfinata bellezza dei luoghi, dalle grotte marine agli spazi moderni affacciati sul mare, come il museo Pino Pascali, con le sue finestre dalle quali lo scoglio dell’Eremita appare meta ambita per osservare indisturbati Polignano vista dal mare.
Paese e litoranea da scoprire, da San Vito a Monopoli, le masserie storiche, le campagne coltivate, i vecchi trulli e le luci del porto. Facile perdersi tra cielo e mare, tra roccia e terra, tra grotte e scogli. Quanto fascino tra le case bianche, le bouganville, l’orologio della piazza, le luci dei lampioni e quelle di Natale.
In un giorno qualunque camminare assorti su alte rocce, pensare niente, gustare brezza. Nel blu.