L’arco in pietra, ingresso nella zona pedonale del centro storico del paese in provincia di Taranto famoso per le sue ceramiche artistiche.
Un arco per poi ritrovarsi nel piazzale del Castello Episcopio costruito nel secolo quattordicesimo dall’arcivescovo Giacomo D’Atri. Nell’antico maniero il museo della ceramica di Grottaglie, viaggio nel tempo attraverso 500 opere dall’ottavo secolo avanti Cristo alla contemporaneità di questi giorni.
Dai reperti archeologici alla ceramica tradizionale d’uso, dalle maioloche alla ceramica contemporanea. Si susseguono le stanze aprendo visioni su mondi e manufatti, la luce dalle ampie finestre illumina gli oggetti restituendo colori e vita. È percorrere la storia, gli usi, le utilità degli oggetti, didascaliche indicazioni a imprimere nomi nella memoria, capasoni, capase, cicine, pignate, limmu, scafarea. Suoni da pronunciare a voce alta riempiendo il vuoto dell’aria delle stanze dagli alti soffitti. Arte per sopravvivere da contrapporre ad arte ornamentale dei vasi finemente decorati e dalle maioliche con i loro colori accesi a manifestare gioia, vita, allegria. Un’aria che si respira anche nel vicino quartiere della ceramica, laboratori e botteghe con antiche fornaci, oggetti da osservare e da studiare lasciandosi sedurre, trasportare, conquistare.
In una stanza del museo la sezione dedicata ai presepi, rappresentazioni artistiche, interpretazioni audaci, sculture in ceramiche a ricordare il sacro. Nel cortile assolato una lucertola cerca l’ombra, un grosso recipiente la ospita. I pumi negli scaffali non sottraggono attenzione, convivono con i pomoli di presa dei vasi che modellati con sapienza riproducono vegetali o animali. Ogni oggetto racconta la sua storia, lo fa con discrezione semplicemente proponendo se stesso attraverso il pulviscolo in un fascio di luce.