Sola. In un nulla fatto di niente robusta e compatta si erge torre Borraco. Una delle quattro vedette sul mare nel tarantino pugliese.
Bassa e massiccia racchiusa in se stessa per parare i colpi di un invasore inevitabilmente nemico.
Guarda il mare infinito davanti a se, guarda nel profondo di ciò che è stato e sarà. Sola, senza nessuno intorno a darle conforto. È lì a reggere i colpi del mondo, i saraceni prima e tutti quelli che vennero dopo. Le archibugiere sono spazi dove nascondere le armi da fuoco. Lei che vuole solo pace costretta per natura a far la guerra.
Poggia sulla roccia nata accanto al mare. Unico sostegno a reggere il tempo, gli eventi e gli umori del mare, i conci di tufo che le abbracciano le quattro gambe. Lei immobile guarda tutto scorrere come scorre accanto a lei il torrente che porta il suo nome. Porta su di sé il peso di una memoria intatta da cinquecento anni. Strati su strati di vite, una umanità intera davanti ai suoi occhi. E ciò che è minaccia può anche essere gioia. Su quel mare di cui respira il sale, ha visto nuotare, giocare e riposare chi ignaro cercava solo pace e ha trovato la felicità. Ha visto alternarsi il bene e il male, li ha visti abbracciarsi e contaminarsi. Ha visto la purezza di chi ostinatamente resta da una parte. La sabbia vola. L’aria da tersa diventa quasi un sogno di granuli di sale e sabbia, tutto si offusca, basta un rivolo di vento e tutto si confonde. Poi torna il sereno, lo sguardo si volge a lei che resta lì immobile, salda a reggere chiaramente il peso del mondo.
Il mare, a lei accanto, rischiara.