Visioni d'insieme

Finibusterre, Franco Antonicelli

Finibusterre, Franco Antonicelli

È un viaggio, è la scoperta di un territorio, cogliendone l’essenza, la natura, l’animo, è ascolto, è ritratto fedele di una terra.

Nel 1954 Franco Antonicelli, scrittore,editore, critico letterario, intellettuale piemontese, intraprende un viaggio. Con Italo Calvino si reca in Puglia “per partecipare alla «Settimana del libro Einaudi», in programma a Bari e a Lecce tra la fine di giugno e l’inizio di luglio … Ogni sera, per sette giorni di seguito, nelle città prescelte si svolgevano conferenze, incontri, dibattiti, nel corso dei quali venivano presentati le novità librarie, le collane e i programmi einaudiani”, scrive Antonio Lucio Giannone nell’introduzione del libro Finibusterre di Franco Antonicelli, edito da Besa.

Quando, dopo molti giri e soste arrivammo a Bari, il gran vento del mare ci riempì di gioia, anzi di ebbrezza, e di propositi”, scrive Antonicelli del capoluogo di regione. Poi prosegue il suo viaggio verso sud, il bagno a Polignano, poi Putignano e Alberobello e i trulli, Ostuni bella, nobile, bianca e rosea, fastosa e gentile, un gioiello superbo”. Poi Lecce “una città di ambiziosa cultura … Vi si pubblica una rivistina «L’esperienza poetica»”, il pranzo a Otranto e poi Leuca era apparso il bianco faro che provava la luce nel suo occhio d’insetto”.   “Una lenta malinconia mi stava entrando dentro invece del sonno. Eravamo arrivati a Leuca ed ecco Leuca era la fine. La bellezza sorprendente e sconosciuta della Puglia, il rossore stranamente sanguigno della sua terra e il manto verde che la copriva, il suo protendersi nel mare aperto, nel glauco mare d’Oriente, e le infinite schiatte in lei sepolte, i nostri vecchi re e i sudditi contadini, le belle ragazze, piccole, soffici, dagli occhi grandi, luminosi, e neri, dal volto terreo; e la sua pudica civiltà, quel suo essere ingiustamente lontana, come esule – destino di tutto il Sud – dalla storia dell’Italia ufficiale; tutto questo malpensato, mal visto, in una corsa vertiginosa, ma anche e soprattutto quell’improvviso bisogno umano di amore che prendeva la sua arcana risonanza da un luogo dove tutto pareva terminare; ecco che cosa era stata Leuca. E noi ci eravamo arrivati, sempre pensando e sognando che qualcosa sarebbe successo e  nulla, naturalmente, era successo”. Poi il ritorno, Galatina, Galatone, Gallipoli, e poi ancora il Gargano.

Il libro contiene anche un sintetico resoconto di Italo Calvino.

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