Paola Bottai è un "createur parfumeur", una donna che nei suoi profumi inserisce sentori di fili d'erba e mughetto, di banana e lime.
Non segue percorsi già tracciati ma si muove al ritmo della sua curiosità nel mondo che le gira intorno. Parla molto di sé sui social e così si delinea il ritratto di un “naso” impastato di tenacia, forza di volontà e tanto studio. Di sé dice “a me interessano le sfumature, i dettagli, che insieme fanno il tutto”. E sono sempre i dettagli a parlare di lei. Dopo una laurea in marketing decide di seguire la passione di tutta una vita, i profumi e così si iscrive all’istituto internazionale di profumeria di Grasse, uno dei più prestigiosi al mondo. Il suo primo lavoro è un balsamo per barba, Agnostico, ancora oggi uno dei più venduti. Ha realizzato la prima galleria olfattiva di vini in Italia, la Go a Bardolino e naturalmente crea profumi. L’incontro con Cristina Fogazzi (L’Estetista Cinica) fa di lei un personaggio social da 12mila followers solo su instagram, e lei utilizza il suo profilo per raccontare storie. La sua, la storia di ciò che ama, che la ispira, che la incupisce, che la sprona. Al centro i profumi, i suoi, quelli realizzati da altri e quelli che la circondano, che siano i confetti di una antica confetteria torinese o i peperoncini del suo orto. Lei che si sente una donna appesa ai sogni, come nell’Altalena di Giacinto Bosco, dà ai sogni se non una forma, un profumo. Quando è uscita la sua ultima creazione, Josephine (omaggio alla Baker), sempre per L’Estetista Cinica, ha scritto “Sono emozionata. Sono stanca. Sono felice. Sono giù di giri. Sono spaventata. Sono grata. Tanto.”
Abbiamo parlato con Paola Bottai che ci ha raccontato il suo mondo.
Con quale profumo, odore, sentore, hai instaurato la tua prima relazione olfattiva?
Sono sempre stata molto sensibile. Sono sempre stata colpita tanto da tutto ciò che riguardasse i sensi, ma gli odori beh quelli mi hanno sempre emozionata tanto. Mia nonna Luisa che adesso ha 98 anni, aveva un bagno pieno zeppo di profumi, io rimanevo le ore a giocare lì dentro e sognavo ed immaginavo storie. Penso che il primo grosso innamoramento olfattivo io lo abbia avuto in quel bagno. Poi l’odore dell’amore per me sarà sempre il mix di Arpége di Lanvin e Eau Sauvage. I profumi di mia mamma e mio papà. Poi naturalmente l’odore di tutti i luoghi che hanno fatto parte del mio passato.
Quando e come hai deciso di diventare un "naso" ?
In realtà fino a al 2010 non credevo che questa fosse una strada percorribile. Poi ho assistito ad una conferenza, ed ho appuntato il nome di alcuni corsi. Ho frequentato dei corsi amatoriali, dove il leitmotiv era quanto fosse difficile diventare naso. La vita, la passione e parecchia tigna hanno fatto sì che due anni dopo io fossi stata presa in una delle Scuole di profumeria più prestigiose al mondo. Il trasferimento, il ricominciare gli studi, però, sono stati solo il primo passo di un lungo percorso. Penso che la parte più importante l’abbia fatta io, una volta diplomata grazie all’umiltà e alle mie scelte.
Come si crea quell'alchimia magica che fa di tanti odori un profumo?
Basta immaginare un dipinto e pensare che gli oli essenziali e le materie prime siano dei colori. Parti da una singola parte per creare un tutto, che sia in sintonia, in equilibrio e che non sia banale.
Qual è il tuo profumo preferito?
Ne ho diversi. Ognuno fa parte di una stagione, di uno stato d’animo, di una necessità! Non mi fare rispondere a questa domanda. Sarebbe come chiedermi se preferisco la pasta o la pizza!!!! Ci sono dei profumi a cui sono particolarmente legata, quello si!
Cosa ti ispira quando crei un profumo?
Dipende dal progetto: può essere la storia del marchio, il target di riferimento, la modalità di vendita o come capita con il capitolo aperto con L’Estetista Cinica, lo studio delle donne che decidiamo di rappresentare. L’ispirazione nasce sempre da un buono studio, quasi ossessivo di ciò che voglio rappresentare.
Che rapporto hai con gli odori che ci circondano? Ti attraggono? Alcuni ti infastidiscono?
Gli odori mi attraggono e m’infastidiscono penso come accade a tutti. Quello che capita a chi fa questo mestiere è che s’impara a gestire anche gli odori non proprio gradevoli. A volte per ottenere un effetto usiamo materie prime non proprio invitanti... però anche una puzza bestiale può accendere la lampadina... magari anni dopo!
I profumi sono ricordi, viaggi emotivi?
I profumi sono tutto ciò che vogliamo. Possono essere il ricordo di qualcosa di vissuto nascosto nella memoria, un viaggio mai fatto e che forse faremo, rendono presente chi non c’e più e possono anche essere un semplice accessorio per completare un look. Non mettiamo limiti.
Quale profumo parla di te e quale non puoi scordare?
Tutti i miei lavori parlano di me, non riesco a tenere distanza tra ciò che ci deve essere per lavoro e ciò che sono io. Ogni flacone riempito con una formula fatta da me è parte di me. Il profumo che non potrò mai dimenticare è quello delle nocciole caramellate che faceva mia nonna Rosalba. Quando decideva di farle si sentiva l’odore dal garage e lei abitava al terzo piano.
Sì, le mie nonne sono state fondamentali per me!