Domina sulle Murge con i suoi misteri e le sue forme, le pietre e i colori che si stagliano contro il cielo, osservando rocce e valli.
È Castel del Monte, solitario, nella provincia Barletta-Andria-Trani. Girarci intorno non è come vederlo dall’alto. Ottagono dopo ottagono, ottagono e ancora ottagono. Mistero perché abbia questa forma così insolita, eppure arrivare fin qui è aprire una strada verso l’immenso. E non è il mare, ma qualcosa di più profondo, di più suggestivo. Otto torri per gli otto spigoli dell’ottagono centrale, sedici sale, otto per ciascun piano. Otto foglie sui capitelli delle colonne delle stanze, otto foglie di vite, otto di girasole, otto foglie di acanto, otto di fico, sulle chiavi di volta. Perfetto nella sua spigolosa armonia. Perfetto nel celebrare l’otto.
A volerlo fu Federico II di Svevia, realizzato intorno al 1240. Svuotato dei suoi arredi, Castel del Monte, baciato dal sole in una calda mattina di luglio, sembra immutabilmente vegliare sul panorama circostante. In cima alla collina di 540 metri sul livello del mare appare in tutta la sua sfolgorante bellezza al visitatore che dopo averlo ammirato sulla piccola moneta da un centesimo non può che restare stupito da tanta luce, da tanta precisione.
Patrimonio mondiale dell’Unesco, Castel del Monte non appare invecchiato dopo il lungo restauro, depradato forse ma fiero, unico.
Sentirsi infinitamente piccoli con gli occhi rivolti alle alte mura, girarci intorno per comprenderne la grandezza, e poi d’un tratto osservare il panorama circostante e ringraziare Federico e la sua sapienza.