Penso che un giorno così non ritorni mai più canta una voce come un sussurro, da una gelida statua braccia al cielo e spalle al mare.
L’aria fredda dell’inverno, le lunghe scale da scendere dandoti il braccio e se il braccio non c’è, c’è una mano calda di un cuore grande e buono.
Il vento voleva rapirmi, ma a volare nel cielo infinito noi, sfuggendo al buio di una notte d’inverno.
A tenermi al riparo sempre quella mano calda. Sugli scogli le onde si infrangono ma non mi raggiungono e lontane le luci tremule riportano in vita un luogo vuoto, spento e solo se non ci fossi tu che hai invertito la rotta e hai ridato un sussulto alla vita che è rimasta sospesa per un tempo lunghissimo in cui il mondo si è fermato. Per un interminabile istante, e istante è stato grazie ad una mano come un cielo trapunto di stelle. E ridevi dall’alto del cielo, quando il mondo pian piano spariva lontano laggiù con le sue piccole meschine tristezze. Non tutti i sogni nell'alba svaniscono, la luna tramonta ma la tua mano li afferra e lei solitaria non li porta con sé. Va via per poi tornare, un altro giorno, per altri sogni da trattenere.
Penso che un giorno così ritorni per me, un giorno, un mese, un anno, un tempo indefinito che sa di eterno.
E tornano le parole, anche quelle perse nel tempo. Scorre tutto velocemente ora, più di prima, il tempo non ha ripreso il suo ritmo, ha accelerato per riprendere il passo e mi sfuggono le cose sin quando all’improvviso un ragno si nasconde sotto il cuscino. Lo porti via e pensando ad alta voce dici “Tu sei da proteggere”.
Una musica dolce suonava soltanto per me.