Tutto ciò che la piccola Ronja vuole per Natale è continuare a sentirsi chiamare Maccheronja.
Ronja dieci anni ha tutto l’incanto dell’infanzia, Melissa, sua sorella di diciassette anni lo sta perdendo, dibattuta tra una vita che la vuole prematuramente adulta e il desiderio di essere ancora spensierata.
L’ago della bilancia è il papà, dolce e sognatore, ma perso nell’alcool.
Poi c’è il Natale con tutto ciò che di meraviglioso e terribile può accadere. C’è il sogno che resiste quando ci sono persone pronte a proteggerlo. C’è lo stupore dei fiocchi di neve che cadono e il freddo della neve che si scioglie diventando fango. Ci sono gli alberi di Natale meravigliosi e profumati. C’è la possibilità che un perfetto estraneo possa essere la persona che salva il Natale. C’è la paura e il coraggio, ma su tutto c’è la voglia di sognare.
La porta delle stelle di Ingvild Rishøi, tradotto da Maria Valeria D'Avino, edito da Iperborea è tutto ciò che un libro natalizio deve essere, dolce, incantevole, caldo, sognante e incredibilmente reale.
Rishøi, premio Brage, premio della critica e premio Dobloug dell’Accademia svedese, è un’autrice norvegese dal sapore dickensiano porta il lettore a sognare e quando si sogna tutto è possibile.
“‘I miracoli capitano’, diceva sempre il custode. ‘A volte non c’è altra via d’uscita, e allora capita un miracolo’” scrive Ingvild Rishøi in questa favola ambientata nel quartiere periferico di Tøyen, ad Oslo dove il miracolo del Natale è dietro l’angolo, dove “…la luce sarà talmente forte che dovrà proprio mettersi gli occhiali da sole”.