La scalinata introduce alla chiesa di San Vito Martire e all’ex monastero carmelitano di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, nella città bianca.
Ci si ritrova così nella sede del museo di civiltà preclassiche della Murgia meridionale di Ostuni, un viaggio nel passato, osservando le teche disposte nella navata unica dinanzi agli altari in pietra che restano a vigilare, proteggere, i reperti. Dai corredi delle tombe a camera di età messapica ai reperti di età medievale e rinascimentale. Lungo i corridoi la storia di questa terra, della collina affacciata sul mare, delle grotte e degli antichi insediamenti, lungo un percorso in cui è facile ritrovare il passato mai così vicino.
Eugenia, con la sua pacata gentilezza, invita i visitatori in un viaggio che è conoscenza, il punto di partenza è il video di Alberto Angela che introduce con semplicità alla scoperta della Donna di Ostuni. Ed eccole le ossa rinvenute nella grotta qualche decennio fa, nel 1991, una donna con il figlio in grembo, morti prematuramente, lei deposta in un abbraccio al ventre, a proteggere il nascituro che non vedrà la luce.
Nell’ultima sala del museo una ricostruzione della tomba e della donna lasciano il visitatore senza fiato, passato presente, come se i secoli non fossero trascorsi, come se fosse ieri.
Strato su strato, sala dopo sala, il piccolo museo di civiltà preclassiche della Murgia meridionale sorprende per la sua sobria essenzialità, non un granello di polvere tra i reperti, il pulviscolo atmosferico sembra scomparire, dinanzi alla forza del tempo.