Una giornata intera sul tatami per disputare i campionati nazionali a rappresentative regionali di kata e kumite.
Due medaglie d’oro vinte, una individuale e una squadre con Isabella Santo e Michela Rizzo ai campionati disputati a Roma, lo scorso fine settimana. Poi il viaggio di ritorno verso casa, con le compagne, i tecnici Antonio Di Serio e Vito Barletti e la sua famiglia.
Alle quattro di mattina Sara Soldano, ventenne campionessa di karate è arrivata nella sua Taranto, qualche ora di sonno e poi la lezione di scuola guida per prendere finalmente la patente. Noi la intercettiamo tra un impegno e l’altro.
Due medaglie d’oro, un grande risultato
Sì. In particolare sono felice di essere tornata a gareggiare in squadra, cosa che non facevo da tantissimo tempo. Mi è stata data questa opportunità e l’ho colta al volo. Ti racconto un dietro le quinte. Le gare sono iniziate alle 10.30 e finite alle 18.30 con una breve pausa pranzo. Emotivamente è stato molto pesante. Cinque minuti prima della finale a squadre mentre provavano un bonkai ho sbagliato la caduta e ho preso una tallonata sulla tempia da una mia compagna di squadra. Sono quasi svenuta, per un attimo ho pensato di ritirarmi. Ma poi, grazie anche al sostegno di tutta la squadra, ho deciso di gareggiare. Quando sono salita sul tatami non vedevo ancora completamente bene, ma poi è iniziato l’incontro ed è andato tutto come doveva andare.
A vent’anni sei già una campionessa. Com’è iniziato tutto?
I miei genitori, Anna e Antonello, erano dei karateki e mi hanno portato sul tatami per la prima volta quando avevo tre anni. Guardavo loro e li imitavo, poi negli anni la passione per questa disciplina è crescita sempre più.
Cosa pensi quando sali sul tatami?
È una emozione immensa, mi batte forte il cuore, mi concentro cercando di dare il meglio di me stessa e di trasmettere emozione a chi mi sta guardando.
Hai parlato di concentrazione, come la raggiungi?
Mi segue un mental coach che mi aiuta a focalizzarmi su me stessa, sulla mia autostima. Mi convinco che sono capace di fare quello che faccio. Entro in una specie di trance positiva, escludo tutto il resto e penso solo all’incontro.
Hai dei riti prima delle gare?
La sera prima visualizzo ciò che farò il giorno dopo, una volta salita sul tatami. Mentre la mattina dell’incontro guardo dei video di atleti olimpici per caricarmi.
Qual è il momento più difficile per una atleta?
Portare sul tatami tutto ciò che hai preparato in palestra. Cacciar via ansia, preoccupazione, tensione. Riuscire a liberarmi di tutto durante quei tre minuti.
Come si svolgono le tue giornate?
La mattina studio, sono al secondo anno del corso di laurea in Scienze motorie all’Università degli studi di Bari e Taranto “Aldo Moro”. Il pomeriggio lo dedico alla preparazione sportiva e la sera a volte esco. Riesco più o meno a conciliare vita sportiva, studio e vita privata, soprattutto ora che vado all’università, gestisco tutto meglio. A scuola era più difficile, non sempre gli insegnanti capivano cosa facevo e le mie esigenze.
Hai altri interessi oltre al karatè?
Sin da piccola pratico equitazione, mi rilassa moltissimo. Certo non posso farla nei periodi in cui mi sto preparando per una gara. Faccio lunghe passeggiate. Leggo, sono appassionata della saga di Harry Potter oppure ascolto musica. Sono abbastanza eclettica, dipende dal mio stato d’animo. Ad esempio quando sono in gara ascolto una playlist rock.
Regalaci una canzone dalla tua playlist
Why’d you only call me when you’re right degli Arctic Monkeys.
Ultima domanda, il tuo prossimo impegno?
Per ora mi godo il Natale. A metà gennaio ho una gara di Premier League (che racchiude i cento migliori atleti del mondo) a Il Cairo. Ora sono 26esima nel ranking mondiale. Vediamo cosa succede.