La sua è una magia di luci grazie alla quale propone un tempo, una misura in cui il tutto accade, l’idea prende forma e si realizza.
La sua è un’arte, l’ispirazione la trova “nell’atmosfera che mi circonda”. Lapidario, Riccardo Bogliotti, fotografo che nel tempo di un click risponde alle domande con poche parole, luci, squarci, istantanee.
Vive in Belgio dove è nato. La fotografia come passione, come vita. Il suo obiettivo “è creare pezzi unici”, come lui che lo è, pezzo unico “davanti e dietro l’obiettivo” della sua macchina fotografica.
Le sue fotografie sono spazi di luce “perché senza luce non vedi niente”. Si resta nel buio e lui nel buio ci è stato e se gli chiedi come si esce dal buio lui risponde fulmineo “con la luce”.
Le sue foto sono energia che si fissa sull’immagine proponendo un gioco di proiezioni tra reale e irreale, tra visione e sogno, tra colori e nero, nitide incisioni di luci. Le linee si intuiscono, le ombre divengono reali, nitide istantanee di visioni ottenute dominando luce e buio, energia e spazio, il fermo immagine dell’idea che abbiamo dentro. Solitudini casuali, labirinti ipnotici, meduse, fantasmi, fantasie che prendono forma. L’artista non suggerisce all’osservatore niente che questi non veda già guardando l’opera, chiara, pura. Osservare è sorridere di un proprio pensiero che prende forma che è già vissuto, pensato, realizzato, espresso.
Prova a chiedere a Riccardo Bogliotti cosa resta fuori dall’obiettivo e lui risponderà “il buio” perché la sua luce illumina “luce”.