La sua è una visione, più visioni simultanee. Figure e ambiente si proiettano e si intersecano, in un tempo che è sospeso, non è l’istante.
Vive solo 33 anni, Umberto Boccioni, e li vive intensamente consegnando a noi una visione dell’arte che non è mai ferma ma sempre in movimento. Scrive in Pittura, scultura futuriste “La simultaneità degli stati d’animo (intendi plastici) nell’opera d’arte: ecco la meta inebriante della nostra arte … Simultaneità d’ambiente e quindi dislocazione e smembramento degli oggetti, sparpagliamento e fusione dei dettagli liberati dalla logica comune e indipendenti gli uni dagli altri”. Un concetto ben visibile nella tela Visioni simultanee del 1911, nel quale lo spettatore è al centro del quadro, centro verso cui la donna affacciata al balcone si dirige nella visione del pittore che ripropone una rappresentazione simultanea di più vedute, di più impressioni, di più momenti.
Allievo di Giacomo Balla, dopo un breve soggiorno a Parigi e in Russia, si stabilì a Milano. Firmò il manifesto dei pittori futuristi con Balla, Severini, Carrà e Russolo. Pittore e scultore fu anche scrittore d’arte.
Delle opere di Boccioni, una possiamo osservarla ogni giorno, prendendo in mano una moneta italiana da 20 centesimi di euro. Forme uniche della continuità nello spazio, è l’opera scultorea del 1913, della quale Roberto Longhi scrive “Il moto totale stramazza quello degli arti singoli e il corpo procede radente per la pura pressione che la materia inarcata sotto la curva forzata dorsale imprime all’altra curva largamente sottesa della coscia irrigidita. Dall’alto della vertebra dorsale si appendono, otri gonfi, le natiche”.
Boccioni con la sua breve vita e la voglia di vivere tutto intensamente ci ha lasciato un’idea di movimento, di vissuto, di comprensione, di dinamismo. Un’idea di realtà composta e scomponibile, visione simultanea e forma di pensiero.