Visioni d'insieme

Sarò senza maschere e nudo

Sarò senza maschere e nudo

Scriveva lettere al New York Times, di getto come di getto sono pensate dalla mente di un adolescente.

Parlava di guerra, della condizione sociale, dei diritti dei lavoratori, di un senso più ampio di giustizia. Parlava di tutto ciò che gli girava intorno, come un vortice che non riusciva a fermare. Un giorno quel ragazzino dai capelli neri e folti accompagnò la madre dallo psicoterapeuta, seduto sul freddo sedile dell’autobus iniziò a pensare in quel modo nudo ed esposto in cui lui come pochi, sapeva pensare e parlare e scrivere. 

In quella giornata gettò i semi dai quali nacque Kaddish per Naomi Ginsberg. 

“Quanto a me, insomma, vecchio forse come l’universo/ma credo che tutto questo muoia con noi/che basti a cancellare tutto quel che avviene/ Che l’avvenuto si perda per sempre ogni volta”. 

E si perdeva ogni giorno Allen Ginsberg, per ritrovarsi ogni giorno, nascere e morire e rinascere e così fiorire. 

Arrivò alla Columbia, era nel corridoio del dormitorio Union Theological Seminary sulla 122ª strada, sentiva risuonare Brahms e inseguì le note nell’aria sino ad una porta. Bussò e ad aprirgli fu Lucien Carr. La beatitudine stava prendendo forma. Un’amica di Carr presentò poi ad entrambi un giovane marinaio, Jack Kerouac e la beatitudine si materializzò quando al gruppo si unì William Burroughs. Lucien Carr era il collante, come disse Ginsberg. Lui era il padre di quel gruppo di  beati oppressi che vivevano a suon di jazz nell’underground newyorkese. Tutti alla ricerca della nuova visione profetizzata da Arthur Rimbaud. Ginsberg cantava se stesso e celebrava se stesso tra le pagine di Foglie d’erba di Walt Whitman “Io ozio, ed esorto la mia anima, Mi chino e indugio ad osservare un filo d’erba estivo”.

La beat generation era nata e a quel nucleo centrale si aggiunsero Gregory Corso e poi Peter Orlovsky, l’amore della sua vita. 

Ognuno cercava la sua unica nobile funzione nella vita e quando Wally Hedrick, pittore e cofondatore della Galleria Six, chiese a Ginsberg di organizzare una lettura di poesie, dopo un primo momento di titubanza, Ginsberg accettò e fece stampare i biglietti d’invito che dicevano “Sei poeti alla Six Gallery, Kenneth Rexroth M. C., notevole raccolta di angeli tutti insieme nello stesso luogo: vino, musica, poesia seria, satori gratis. Piccola questua per vino e cartoline. Avvenimento incantevole”.

Era il 13 ottobre 1955 e Ginsberg lesse per la prima volta la sua The Howl. “Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate  nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte, che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz”.

La dedica all’amico poeta Carl Solomon, che Ginsberg incontrò nel 1949 all'ospedale psichiatrico di Columbia, a New York. L’America benpensante grida allo scandalo, è accusato di blasfemia, Lawrence Ferlinghetti che pubblicò la poesia nella raccolta Howl and Other Poems con la sua piccola casa editrice indipendente City Lights Bookstore fu arrestato per diffusione di oscenità. Ginsberg fu arrestato in Italia dopo aver letto in pubblico l’Urlo. Ma la poesia non è oscena, è nuda. Anche un ottuagenario Giuseppe Ungaretti con Fernanda Pivano saranno al processo per sostenere quel giovane poeta beat venuto dall’America.

Le accuse caddero un po’ ovunque. “sarò senza maschera e nudo” gli aveva insegnato Whitman. E così restò sino alla fine, proprio come nella sua poesia “e si alzavano reincarnati nei vestiti spettrali del jazz all’ombra tromba d’oro della banda e suonavano la sofferenza per amore della nuda mente d’America in un urlo di sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le città fino all’ultima radio col cuore assoluto della poesia della vita macellato dai loro corpi buoni da mangiare per mille anni”.

Pressinbag Testata Giornalistica

www.pressinbag.it è una testata giornalistica iscritta al n. 10/2021 del Registro della Stampa del Tribunale di Bari del 10/05/2021.

Contatti

Per qualsiasi informazione o chiarimento non esitare a contattarci scrivendo ai seguenti indirizzi