“Gli istanti di contemplazione sono istanti di grande tregua per il mondo” il rumore si silenzia e tutto si connette, persone, animali, natura.
Christian Bobin nel suo piccolo e prezioso Abitare poeticamente il mondo Le Plâtrier siffleur edito da AnimaMundi, con la traduzione di Norina Sottocornola è una fresca e profumata brezza di primavera.
Bobin che si occupa dell’infinitamente piccolo, un filo d’erba, un raggio di sole, la voce di un bambino “io parlo in nome di queste cose piccolissime. Provo ad ascoltale”.
Cita Simone Weil ricordando che “lo scopo della vita è costruire un'architettura dell’anima”, cita Matisse che sosteneva che “uno degli effetti della pittura è di prenderci il cuore e di lavarlo”.
Bobin ci prende il viso tra le mani e delicatamente sposta il nostro sguardo, toglie dai nostri pensieri gli affanni e si focalizza sull’essenziale.
Chi non lo conosce potrebbe confonderlo per un sognatore, ma non c’è nulla di più reale di chi ha sofferto e poi imparato ad amare. “Amo solo i libri le pagine impregnate di cielo azzurro - dell’azzurro che ha sperimentato la morte. Se le mie frasi sorridono è perché sgorgano dal buio. Ho trascorso la vita a lottare contro la persuasiva malinconia. Il mio sorriso mi costa una fortuna” scrisse in L’Homme joie.
Abitare poeticamente il mondo è un susseguirsi di gocce di rugiada, “Occorre solo che ciascuno si rimetta a fare ciò che deve fare, nel modo più semplice. La poesia del fornaio è il suo pane”.
La poesia è uno modo di vivere, di tessere relazioni nel mondo e con il mondo.
“Solo i poeti prendono il mondo sul serio, coloro che hanno la reputazione di essere distratti, storditi, di non misurare le cose, di non conoscerne la pesantezza. Sono solo loro che conoscono la pesantezza, il dramma delle cose e anche quanta luce contengono. Sono i soli veggenti e i soli che respirano in questo mondo. Parlo di una piccola tribù dispersa composta non solo da persone che scrivono o dipingono, esteti o artisti. Si tratta solo di un modo umano di abitare il mondo. Perché dire abitare poeticamente il mondo o abitare umanamente il mondo, in fondo, è la stessa cosa”.