Visioni d'insieme

Parlare al di fuori della lingua, intendersi

 Parlare al di fuori della lingua, intendersi

Nella chiesa del monastero di San Benedetto a Conversano, lì dove una badessa con mitra e pastorale fu l’unica donna in Occidente

ad avere gli stessi poteri temporali di un uomo, Ginevra Bompiani, scrittrice, traduttrice, editrice, custode di libri in tutto il mondo, dalla Palestina alla Mauritania sino alla devastata Sarajevo - ospite di Lector in fabula, il festival di cultura europea organizzato dalla Fondazione Di Vagno - ha parlato con noi con grazia e intelligenza della vita che ci circonda. 

 

Come salvare il pensiero umano nell’era social?

È molto difficile, molto difficile. Non lo so. Davvero non lo so. Se non parlando con gli animali e con gli stranieri. Cioè parlando con esseri che non conoscono la nostra lingua. Parlare al di fuori della lingua, intendersi. Intendersi senza la lingua. È già un esercizio molto molto importante. Naturalmente mi dirà che anche in guerra ci si intende, senza   parlare, ma si intende una parola sola: morte. Ci sono tutte le altre, tutte le altre parole si intendono invece quando c'è abbastanza pace per ascoltare il silenzio, intenso e corporeo. L’esperienza di dialogo più intensa della mia vita è stata con una persona che non sapeva una parola di italiano e io non sapevo una parola della sua lingua e non ci siamo fraintese neanche per una sillaba.

Assistiamo all’allargamento del conflitto in Medio Oriente dai confini incerti, alla prosecuzione di quello in Europa, c’è un futuro possibile?

Mi fa tutte le domande a cui non posso, non so rispondere, perché nessuno sa rispondere. Io amo molto l’illusione e tutta la vita mi sono sempre illusa e se finisce un'illusione ne nasce un’altra. In questo momento non so veramente su che cosa illudermi e quindi mi attacco a una sola illusione, che non è una speranza è proprio un’illusione, cioè molto meglio della speranza, la speranza è passiva l'illusione è attiva è un'attività. La mia illusione è che la storia fa delle sorprese. La vita e la storia fanno delle sorprese, di solito brutte ma ogni tanto ogni tanto belle.

Il fatto che l'America e la Nato non vogliono fare pace non ci sorprende più, lo sappiamo. Il fatto che Netanyahu non voglia fare pace non ci sorprende più, lo sappiamo. E quindi l'unica sorpresa potrebbe essere che queste due grandi potenze diventino impotenti. Siano rese impotenti. Come non lo so e non parlo di spargimenti sangue, ce ne sono già abbastanza ma che qualcosa le rovesci.

C'è una volontà di morte che non è soltanto nelle guerre, è purtroppo nella nostra cultura. Vi sarete accorti che da una cinquantina d'anni otto scrittori su dieci scrivono dei gialli? Certo i gialli fanno guadagnare, quindi per soldi, però non è soltanto per questo. Cioè non ci sono più romanzi d'amore. Ci sono solo romanzi di morte. La morte sta diventando l'unico argomento e bisogna anche tener presente che una delle alleate della morte e del dolore è, inaspettatamente, la pubblicità. La pubblicità non è innocente. La pubblicità che ci ha insegnato che solo la pasta Barilla ci rende felici e che ha abolito l'idea di felicità, ha abolito l'idea dello scambio vero. Che ci frega di mangiare la pasta Barilla o un’altra pasta? C’è della menzogna, la menzogna e queste oscene risatine. Bisogna ritrovare la verità e ritrovare il corpo, abolire per un po' le protesi e trovare il proprio corpo con le potenze che ha, che ne ha tantissime. È una cosa difficilissima. Più facile prendere vitamine. Però la situazione è così spaventosa e parliamo anche della situazione italiana che da ieri è peggioratissima, Cioè siamo tornati a un sottofascismo, settantasette anni di costituzione sono stati sbaragliati, mandati al macero, siamo tornati là, a un qualcosa che pensavamo di aver sepolto e che invece è la cosa più viva che c'è in Italia in questo momento. È una vita puramente artificiale, non è una vita vera, corporea. E quella bisogna fermarla a tutti i costi, bisogna andare in piazza, bisogna auto-denunciarsi, bisogna gridare, bisogna che le donne, che tutte le donne vadano in piazza e ci rimangano finché non abbiamo sbaragliato questo orrendo prodotto patriarcale: la guerra, la prepotenza e il potere.

 

 

 

Torneremo a parlarvi di Ginevra Bompiani e del libro che ha presentato al Lector in Fabula, Il pensiero affettivo, edito da Feltrinelli

Pressinbag Testata Giornalistica

www.pressinbag.it è una testata giornalistica iscritta al n. 10/2021 del Registro della Stampa del Tribunale di Bari del 10/05/2021.

Contatti

Per qualsiasi informazione o chiarimento non esitare a contattarci scrivendo ai seguenti indirizzi