La sua è una voce riconoscibile nel tempo, intensa, che indaga l’esistenza. La sua è una ricerca, è studio, è tradurre in versi il pensiero.
Nell’opera Le chiavi del giorno di Silvio Ramat, Crocetti editore, il poeta offre una meditazione sullo scorrere del tempo, su ciò che è stato e sul dopo, sull’oltre. I versi colgono l’essenziale, colpiscono il lettore aprendo visioni. “Un brusio, un trepestio cauto e leggero./ I morti indaffarati a far di conto./ Sono i familiari, sono gli amici/ Grazie ai quali ebbe un senso la vita./ Sanno che risarai presto con loro/ ma, a chi sta fuori dal tempo, difficile/ è calcolare in che giorno accadrà./ Li incoraggia l’amore. Nulla vale/ per loro più di quel festeggiamento./ Sei tu l’atteso al raro appuntamento”.
Le parole di Silvio Ramat, professore emerito di letteratura italiana contemporanea nell’università di Padova, superano il già detto, il noto, oltrepassano tempo e spazio, propongono letture diverse pur sempre attuali. “C’è confusione e affanno in questo verbo:/ rovistare./ L’affanno è di chi fruga dentro un campo/ tutto rovi, si punge a sangue e teme/ di non poterne uscire con la cosa/ che vi cercava e per cui v’era entrato./ Rovistare, verbo di gelosia:/ è l’amore che impazzito rovista/ la camera della persona amata,/ svuota i cassetti uno dopo l’altro/ e poi non sa se dolersi o gioire/ per non aver trovato carte, oggetti/ o altro pegno che adombri il tradimento./ Stare tra i rovi, stare sulle spine/ ciechi al trionfo della nuova rosa./ E lacerarsi in terra di confine”.
Il suono dei versi è musica capace di rivelare il pensiero, come chiave aprire l’esistenza rivelandola. Poesie che esaminano il dettaglio, pescano nel ricordo attraversando il presente e proiettandolo in un'altra dimensione.