È una risposta alle esigenze del tempo, affrontando il senso dell’esistenza e la ragione della stessa vita. Una ricerca instancabile.
È una poesia sincera, instancabile, a tratti oscura come il baratro cui a volte si è chiamati a guardare.
Testimonianze di Ghiannis Ritsos, Crocetti editore, è una raccolta di versi che testimoniano la funzione della poesia.
“Si rifugiò nella tana della sua ombra come un cane ferito,/ respirando il suo fiato nel caldo sedativo,/ solo, in compagnia di sé stesso, esistente,/ temerario e sincero, come definitivamente risoluto./ Così, acciambellato in un cerchio perfetto,/era l’imboccatura di un pozzo che guardava dentro il pozzo/ la calma profonda e tenebrosa, consapevole, con il senso di sollievo/ che lui fosse fuori di quel pozzo”.
Indaga il poeta e l’ipotesi è un naturale ‘forse’ testimone di un turbamento, di un isolamento.
“Gli rifiutarono ciò che di più aveva da offrire: la sua certezza, anche per coloro che lo rinnegavano. Non gli lasciarono una spanna di spazio su cui poggiare i gomiti, per affondare il viso tra le mani. Nessuna casa lo conteneva più. Nessuna solitudine gli era sufficiente. Gli rubarono l’ultimo silenzio, l’ultima solitudine: quella di essere sconosciuto…”.
Il poeta greco, morto nel 1990, si interessò di politica aderendo al partito comunista e per anni, durante i regimi autoritaria, le sue poesie furono vietate in patria.
Nelle sue opere emerge sempre un tratto di grande umanità che rischiara l’oscurità. Una visione sui fatti della vita che non è un semplice stare a guardare ma è impegno, volontà e passione.