Visioni d'insieme

Vento nelle mani degli uomini, Alessandro Santese

Vento nelle mani degli uomini, Alessandro Santese

Immaginare una notte, viverla tra sogno e realtà, come se la verità affiorasse dal buio come una luce su una strada fatta di parole.

Le parole sono versi che incidono la carne, sono sangue che scorre, sono la morte e la vita, sono intrecci di spazio e tempo. Vento nelle mani degli uomini di Alessandro Santese, Crocetti Editore, è la prima raccolta poetica del giovane autore nato a Roma nel 1990.

“Al fondo è/ la porta/ sulla notte che diventa l’ultima, l’ossessa,/ da aprire come si aprono al buio/ gli occhi alla bestia/ con le mani e le unghie/ fino dentro, al duro, alle ossa, alla/ gioia, allo spasimo che diventa/ urlo tenendosi stretti,/ mentre il battito/ ai polsi si/ frantuma./ Poi, è stata./ All’improvviso l’enigma che brucia/ su sé, e/ la vita, era lì, era/ nuda e/ colpita”.

Le parole sono versi, sono musica, le pause scandite dalla punteggiatura, e tutto torna come le tessere in un puzzle, come parti di un tutto che si incastrano perfettamente. È la verità che si svela, è il reale che appare prima del consueto inganno. Ed è ancora un tempo.

“Questo è il corpo, la rottura/ di questo/ corpo che entra/ nell’immanifesto e si mescola/ al buio del fiato,/ ciò che io davanti agli occhi ti nascondo e che senti, dentro, con forza/ premere e sanguinare, con timore e/ ossessione, come di cosa o radar che si sbriciola/ e ti sbriciola a poco/ a poco alla luce la vita, l’intera, - guarda – oltre la vita,/ quando le mani accolgono/ in silenzio, senza sapere/ non una carezza, prima di tutto, appena prima che tutto finisca”.

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