Leggere sopra le nostre teste corrono veloci dal vento sospinte, si inseguono, regalano preziose ombre ai colori esuberanti della terra.
“– Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero? – Amo le nuvole … Le nuvole che passano … laggiù … Le meravigliose nuvole!”, nei versi de Lo straniero di Charles Baudelaire. E chi non ama le nuvole, bianche, rosa, rosse, grigie, sospese come la vita che scorre dinanzi a noi e che noi fermiamo in istanti da ricordare, piccoli istanti di felicità condivisa.
“Compare una nube /soda e bianca, che indugia, nel quadrato del cielo./ Scorge case stupite e colline, ogni cosa/ che traspare nell’aria, vede uccelli smarriti/ scivolare nell’aria. Viandanti tranquilli/ vanno lungo quel fiume e nessuno s’accorge/ della piccola nube”. Noi sì, l’osserviamo quella nuvola in cielo come Cesare Pavese ed affidiamo a lei un desiderio di eternità.
“La mattina è gonfia di tempesta/ nel cuore dell’estate. /Come bianchi fazzoletti d’addio viaggiano le nubi,/ il vento le scuote con le sue mani peregrine./ Cuore infinito del vento/ che palpita sul nostro silenzio innamorato”, recitano i versi di Pablo Neruda. Non c’è tempesta per noi sotto questo cielo di poesia, solo voci di nubi che sorridono spiandoci. Le si sente ridere da questa scogliera, raccontarsi impressioni del mondo di sotto, stupirsi a volte di angoli remoti aperti alla bellezza.
Sotto un cielo di nuvole aspetto i tuoi versi come gocce d’acqua che dissetano nella calura estiva. E tutto torna, come previsto, ed è ancora un sogno da vivere, insieme. Leggere.