I semi interrati a marzo, in un vaso lungo e stretto. Vedere spuntare già dopo 15 giorni piccoli puntini verdi, ed ora le piantine.
Pronte per essere ‘trapiantate’, in vasi più comodi o nel terreno. È maggio e il basilico sarà protagonista fino a tardo ottobre quando coglierò il nuovo seme da conservare per l’anno prossimo. Basilico, ed ecco senti già il suo odore inconfondibile, quel gusto unico che anima la passata di pomodoro. Sì, a Genova ci sta bene pestato con i pinoli l’aglio e l’olio.
Basilico, osserverò le piante crescere, ramificarsi, ne coglierò le foglie per farne un liquore digestivo da sorseggiare dopo cena, nei mesi di inverno davanti al fuoco del camino. Oppure da proporre come scelta tra quelli di alloro, di finocchietto, di limone, di mandarino, di melagrana o di fragola. Servisse solo a questo il basilico, con le sue foglie larghe e i fiorellini bianchi. Intere cime da mettere sul comodino con rami di citronella per tenere lontane le zanzare. Eppure di notte il loro ronzare si sentiva lo stesso. Importante era crederci e passare notti tranquille mentre il caldo soffocante si mitigava con la ‘corrente’ del gioco delle finestre aperte, sapientemente.
Basilico ed è estate, profumo di sagre, profumi di feste patronali. Ricordo interi bastoni adornati di enormi steli accompagnare la statua di San Donato nelle processioni. Ricordo il Girotondo degli aromi di Gabriela Mistral “Basilico del cielo,/ malva odorosa, / salvia dalle dita azzurre, /anice tumultuosa”.
Porterò una pianta anche a te che ami il pesto, lascerò che cresca nel tuo giardino, lontana dai gerani ai quali dedichi le tue cure. Potrai sentirne il profumo, osservare il suo sorriso al sole, e penserai alla pizza, mozzarella e pomodoro e due foglie di basilico, che mangeremo a Napoli in un venerdì di settembre, quando l’estate sarà già finita, e l’autunno è la promessa di un sicuro risveglio dal torpore.