Il camino è acceso, la legna di ulivo brucia, un caldo tepore si diffonde. In una pignata i ceci maturano cottura, nell’altra i piselli.
È autunno, le insalate di riso cedono lo scettro ai legumi caldi. Eccoli pronti, un filo d’olio e si può consumarli. Eppure manca qualcosa, un sapore che ti riporta al passato, quando nel piatto di legumi comparivano, per stuzzicarne il sapore, i prodotti sotto aceto che qualcuno, in estate, aveva avuto cura di preparare.
Le caruselle, infiorescenza del finocchio selvatico. Ombrelle simpatiche, buone anche crude, spuntano sui rami delle piante del finocchio, facili da raccogliere all’alba o al tramonto, lasciano profumo sulle dita e tra i denti. La pianta alta anche oltre un metro ne regala tantissime a chi le raccoglie, non hanno spine, sono morbide e delicate, tanti graziosi fiorellini, da gustare sul momento o da conservare, in aceto, in un barattolo di vetro.
Aprirlo e sentire un profumo aspro, osservare come non siano poi così cambiate, dall’estate, il verde acceso ha lasciato spazio ad un verde spento, consumato dall’aceto. Inserite nell’Atlante dei Prodotto Tipici di Puglia, caratteristiche del basso Salento, le caruselle si utilizzano anche come condimento per la pitta, o come contorno per carne e pesce. Ma è nell’accostamento con i legumi, che affiorano ricordi, di ben altri camini accesi, grandi da poterci stare seduti, accanto al fuoco, pignate consunte dal tempo, e caruselle che avevi raccolto da bimba seguendo sapienti indicazioni, che tutto si prende dalla terra ma con attenzione, lasciandone per i semi e per gli altri. Nelle campagne incolte, lungo le stradine di campagna di finocchietti selvatici ce n’erano, ma non si doveva prendere tutto.
Condivisione. In estate le hai raccolte nel tuo giardino, dove un finocchietto spunta sempre, le hai accuratamente sistemate in un vasetto con l’aceto, ed ora puoi gustarle. Con i ceci o con i piselli?