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Patatine fritte, dal caso alla storia

Patatine fritte, dal caso alla storia

Sottili, dorate, croccanti. Paradisiache al punto da essere diaboliche. Fette di sole a illuminare di gioia la tavola.

Le patatine fritte, chips per l’esattezza, che siano fatte in casa o in busta, sono un dono piovuto dal cielo, compagnia perfetta per ogni spettro emotivo dando un sapore a risate e  lacrime.

Nate per caso o per dispetto dalle mani di Catherine e George Speck, due afroamericani un po’ mohicani, un po’ di origine oneida e un po’ mohawk, che ancora schiavi hanno dato al mondo le chips.

Cuochi entrambi del celebre e lussuoso ristorante Moons Lake House di Saratoga Springs, la città nota sino ad allora per la battaglia per l’indipendenza contro tedeschi e inglesi e per l’acqua minerale, almeno sino al 1853.

Se dispetto è stato, l’ha voluto infliggere George al ricco e indisponente commodoro Cornelius Vanderbilt che si rifiutò di mangiare le sue patatine fritte considerate troppo grasse. George soprannominato, dallo stesso Vanderbilt, Crum tornò in cucina, tagliò sottilissime alcune patate per friggerle nel grasso bollente. L’idea era dare a quello spocchioso miliardario qualcosa di immangiabile, in realtà si rivelarono croccanti e gustose. Un successo. Il commodoro parlò a tutto il bel mondo delle patatine di George Crum, che iniziò ad accalcarsi davanti alla porta del ristorante pur di assaggiarle. Ma Crum non si fermò a quelle patatine calde appena fritte. Sette anni dopo aprì un suo ristorante, sempre nella contea di Saratoga, a Storey Hill, il Crum’s e iniziò a servire ad ogni tavolo un cestino di chips fredde. Il gioco era fatto. Anche nel suo ristorante non mancarono i clienti, di ogni estrazione sociale, compreso quel Vanderbilt, costretto come ogni comune mortale, a fare la fila per entrare.

Se invece di caso si è trattato, allora fu sua sorella Catherine a inventarle. Una sottilissima fetta di patata cadde accidentalmente nel grasso, lei la prese e la mise in un piatto. George e lei la assaggiarono e il fratello decretò “Ne mangeremo un sacco di questi”.

Aveva perfettamente ragione, oggi solo negli Stati Uniti se ne consumano novecento milioni di chili l’anno.

Universalmente si è scelto di attribuire la paternità a George, anche se nel necrologio della sorella si legge “Una sorella di George Crum, la signora Catherine Wicks, è morta all'età di 102 anni ed era la cuoca alla Moon's Lake House. Ha inventato e fritto per la prima volta le famose Saratoga Chips” e anche il nipote, John Gilbert Freeman, dichiarò in una intervista nel 1932 che fu sua zia Catherine ad inventarle. Leggenda a parte, da questa parte dell’oceano dieci anni prima di George e Catherine c’era già chi le cucinava in Francia. Ma le leggende e i miti vanno presi per quel che sono, parte della storia.

Di assolutamente certo è che la prima persona che decise di metterle in busta fu nel 1926 Laura Scudder, rendendole così universali e più croccanti come recitava lo slogan “Patatine fritte di Laura Scudder, le patatine più rumorose del mondo”. In Italia, facile a immaginarsi, i primi a mettere le patatine in busta furono Francesco e Angela Vitaloni, una coppia che nella loro rosticceria milanese friggeva un po’ di tutto, dalle verdure al pollo e naturalmente le patatine. Nel 1936 ne friggevano e vendevano 20 chili al giorno, ma già quattro anni dopo ingrandirono la loro attività, trasferendosi in locali più ampi e dando vita alla San Carlo.

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