La terra scura, distese di vite, il profumo del mare, il cielo azzurro a rasserenare il paesaggio. E dove si rivolge lo sguardo, primitivo.
La campagna che circonda Manduria, l’elegante cittadina in provincia di Taranto, è terra di vitigni, è terra per il Primitivo. Lo si vede nei grappoli scuri, lo si trova nella città, immancabile accanto ad ogni piatto. Colore rosso intenso, aroma fruttato di frutti rossi e neri, di fico secco e alloro, sapore pieno, è così questo vino che colora i calici e che si può degustare nel Museo della civiltà del vino primitivo.
Amabile, seducente, regala inaspettate visioni e intriganti passioni, profonde riflessioni, pensieri che si sfollano e si diradano come nebbia con l’alzarsi del sole. Sì, questo vino aiuta ad evadere dalla monotonia e a rifugiarsi in una zona confortevole, in cui il rosso divide il primato con il blu. Sorseggiare ascoltando il vento tra le foglie, seguendo le linee rette dei filari, d’improvviso la brezza marina, e il mirto in fiore, ricordi di altre terre oltremare. Ininterrotte strade di leggerezza ricercata per restare sospesi come grappoli in attesa della vendemmia.
Conquista il Primitivo di Manduria, denominazione d’origine controllata, ne basta un sorso per perdersi solo per la voglia di ritrovarsi, guardando antiche botti in legno poggiate su vecchi “traini”. Non c’è spazio per restare insensibili al fascino di una trasformazione, da acino a vino, forma che si trasforma, cambio di stato.
Rosso intenso, come sangue e un battito, ascolta è il cuore. Senza zavorra accedere al cielo.