Sorseggiare un caffè, accanto ad una vecchia torre di mura di cinta, lo sguardo rivolto al porticciolo e al largo sul golfo di Manfredonia.
Scorgere le linee del promontorio del Gargano e le barche a vela. Eccone una rientrare nel piccolo porto di Giovinazzo, al timone un anziano che con estrema facilità ormeggia.
Nel cielo volano i gabbiani, attendono il rientro di piccoli gozzi, forse, e qualche pesce. Nella tranquillità autunnale di una domenica, la piazza Vittorio Emanuele II si anima di persone, bimbi che giocano a pallone, cani gioiosi per aver abbandonato per qualche ora le striminzite mura di un appartamento.
Bianco crema, le pareti del centro storico si impongono con le finestre e gli infissi verdi, ci vorrebbe un regolamento comunale che indicasse il tipo di verde, che dettasse linee per salvaguardare bellezza anziché cedere alla inconsapevole bruttura del rapido cemento.
Giovinazzo in provincia di Bari è una cittadina dinamica che ha nel suo lungo lungomare e nelle vie del centro storico protetto dalle mura dall’aggressività del mare e nel suo porto il cuore di ciò che è stato e avrebbe potuto essere. Lo sguardo rivolto all’Adriatico è ricco di interrogativi da porsi sulle comode panchine di caldo legno. Ho sognato per un attimo, è scomodo, freddo, glaciale cemento e marmo.
Rabbrividiscono finanche le reni, mentre mi chiedo il perché di questa scelta che sembra cozzare con tanta bellezza passata. Ma il freddo si scioglie al tepore del sole e della camminata tra i vicoli guardando la statua di San Michele Arcangelo e quella, nella parte opposta della piccola piazza, di San Cristoforo, e la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Poi chiedendosi il perché la cattedrale di Santa Maria dell’Assunta, non sembri completa nella sua maestosa plasticità.
Il mare chiama, lo si ammira dalla passerella sugli scogli prima di raggiungere il moderno muraglione, cemento e luci, a proteggere il piccolo porto. Questo sì davvero suggestivo approdo, da far pensare che sia il tutto opera di Perseo, figlio di Zeus, come leggenda vuole.