Il sole scivola ad ovest, disegna sull’acqua una scia di luce che si attenua nel chiarore della sera con il cielo coperto di nuvole.
Nelle acque nuotano pesci, cercano via di fuga verso il mare, le grate impediscono loro l’accesso all’Adriatico.
A pochi chilometri da Otranto i laghi Alimini regalano al paesaggio visioni inconsuete per l’estremo lembo d’Italia. I due laghi, Alimini Grande e Alimini Piccolo, uniti da un canale, Lu Strittu, hanno il profumo dei pini che li circondano sulle rocce e le terre che li delimitano e abbracciano. Sul calar della sera, nei mesi in cui indigeni e turisti sono lontani dalla fascia costiera, le strade non trafficate, i parcheggi vuoti, odore di salici rossi, di piante da palude, nel tratto settentrionale, l’orchidea Anacamptis palustris, la castagna d’acqua e l’erba vescica. Su quel tratto la palude Traguano declina poi verso le terre pianeggianti. Gli accessi ben segnalati e il divieto di balneazione, per non turbare l’ecosistema, da proteggere e tutelare.
Sostare e respirare e riprendere se stessi, qui dove numerose sorgenti, come Zudrea, alimentano i laghi d’acqua dolce, quella salata arriva dal mare. Fringuelli, tordi, merli, scriccioli, usignoli e picchi, cantano e dialogano tra di loro, mandano messaggi d’amore, litigano, trasmettono notizie, attendono cicogne e fenicotteri nel periodo delle migrazioni. Di notte i canti sono dei gufi, delle civette e dei barbagianni.
Il sole scivola ad ovest, regala bagliori, sulle spiagge con la famosa baia dei turchi ultimo raggio per asciugarsi dall’immersione e dalle nuotate. Un’anziana signora, cappello in testa, si dirige nella pineta, ultimo respiro d’aria buona della sera.