Una Costituzione che rischia di essere ribaltata e una democrazia in bilico perché con la riforma del premierato salta il controllo democratico.
Sono solo alcuni dei temi affrontati sul palcoscenico del teatro Kismet di Bari da Tomaso Montanari, storico dell’arte, saggista e rettore dell’Università per stranieri di Siena, ospite di Nicola Lagioia, curatore della rassegna “Un paese senza”.
Non bisogna restare in silenzio, occorre far sentire la propria voce, contro ogni deriva totalitaria, contro ogni riforma che mina gli equilibri tra poteri dello Stato. Ed anche contro ogni sopruso, contro ogni forma di prevaricazione, chiarisce lo storico dell’arte in un dialogo che è confronto su quanto accade nel nostro Paese, sull’arroganza del potere, sulla necessità di denunciare, parlare, reagire, con sguardo critico segnalare le storture di un sistema.
“C’ è un Italia che crede nella Costituzione, ma c’è un grande scollamento tra la piazza e il palazzo. Un paese estremo in cui spesso i piani non si incontrano più, ci sono persone che lavorano per migliorare l’Italia che mai incontrano le Istituzioni che sembrano lontane dalle necessità della popolazione”. La critica di Tomaso Montanari è anche per il mondo universitario se resta autoreferenziale, perché è sempre necessario utilizzare la propria voce anche rischiando campagne durissime contro, come nel caso in cui lui stesso denunciò il direttore della biblioteca dei Girolamini di Napoli per il furto di svariati volumi. Denunciare, anche per proteggere il patrimonio pubblico, l’infinita bellezza dell’arte italiana, delle città, della collettività.
Montanari non tralascia gli interrogativi su fascismo e guerre di civiltà, scomponendo pezzo dopo pezzo le costruzioni comunicativi, criticando anche la presidente del Consiglio Meloni che difende la “Nazione e il concetto di comunità di destino”, poiché nelle parole della premier c’è un rifiuto della storia e un appellarsi ad un’ identità non storica.
La rassegna, “Un paese senza”, che ha visto ospite anche Chiara Valerio, si conclude il 2 maggio di Chiara Tagliaferri.