La notte prima degli esami, penso sia sempre stata una notte piena di emozioni, la vedevo come qualcosa di molto lontano, che sì, un giorno
sarebbe arrivata anche per me, ma non mi sarei mai aspettata che arrivasse in un battito di ciglia. Sembra solo ieri la notte prima del primissimo giorno di liceo, ero nervosa, eccitata all’idea di un nuovo inizio ed ora siamo giunti alla fine. Durante quelle ore molti pensano a ripassare i concetti a mente, altri piangono disperati perché non hanno fatto in tempo a finire, altri dicono “come va, va”, altri invece si dedicano ai ricordi, ai bellissimi ricordi dei cinque anni, le sgridate dei professori, le corse alle macchinette, i raduni in bagno, le nottate di studio matto e disperatissimo per interrogazioni, o compiti in classe, che ormai non si vedono da ben due anni, gli incontri fuori scuola all’inizio e alla fine delle lezioni e penso di parlare per molti ricordando la sigaretta delle 07:57 con il bidello.
Molti di noi hanno concluso l’anno in DAD, non vedono una classe da molto tempo, la notte prima degli esami fa riaffiorare tutti quei ricordi, e anche se si continua a dire “che odio la scuola”, “odio i professori”, una lacrimuccia scende; è come in “Porto Sepolto” di Ungaretti, il poeta fa riaffiorare il segreto ormai dimenticato nel tempo. Una notte di ansia mista a sfrenata euforia... la fine della scuola, la fine di un percorso, l’inizio di una nuova vita: l’università. E’ tutto così stressante, emozionante, così confuso da far invidia allo Zibaldone di Leopardi. Dopo tutto, questi cinque anni, non sono stati così male.