Quante volte capita a ciascuno di noi di lamentarsi della città, della carenza di contenitori culturali, di incontro e aggregazione?
Se i luoghi di diffusione della cultura non sono mai sufficienti ed è sempre necessario realizzarne di nuovi, dovrebbe essere anche nostro impegno scoprire e valorizzare quelli già esistenti, rendendoli poli di attrazione per tutti, affinché le menti non vengano svendute alle grandi logiche dozzinali del “commercio”, soprattutto se di matrice culturale. Un esempio lampante è da riscontrarsi nell’ambito della lettura: secondo l’ultima indagine Istat (pubblicata nel dicembre 2018) diminuisce sempre più il numero di lettori in Italia e in particolar modo al Sud, dove legge solo una persona su tre (28,3%) e secondo gli editori le cause di ciò sono da imputare sia al basso livello culturale della popolazione sia alla mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura. Le stesse case editrici ritengono però necessario puntare sul commercio online senza considerare fondamentale il fattore umano che da sempre ha caratterizzato la libreria, dove osservando, sfogliando e toccando le pagine dei libri, sentendone l’odore, instaurando rapporti, confronti, si viene convinti ad acquistarne di nuovi, di non previsti.
Le librerie, le piccole librerie, che sono contenitori non solo di umanità ma anche di storia, di vite a confronto, sono sempre meno, vengono fagocitate inermi ed impotenti dai grandi colossi. Nella nostra città, Bari, uno degli ultimi esempi di questo genere è la Libreria Villari, rimasta intatta dal 1979 anno della sua apertura sino ad oggi, è da sempre gestita dalla ormai ottantanovenne signora Isabella De Michele. La proprietaria racconta con orgoglio e profondo amore la storia che l’ha indissolubilmente legata a quel luogo, che lei stessa definisce un “ dono” e alle persone che nel tempo vi sono entrate, purtroppo oggi in numero sempre minore.
Racconta di essere originaria di Castellana e di aver frequentato un istituto tecnico, l’unica scuola superiore presente in paese allora e che essendo disinteressata al percorso di studio intrapreso decise di abbandonarlo; tuttavia sin da piccola fu animata da una forte passione per i libri e per la lettura, tanto che uno zio, Carlo Francavilla, esponente del Partito Comunista e soprattutto scrittore di poesie, accortosi della sua passione le mostrava e le faceva leggere per prima gli scritti, sino poi ad incoraggiarla ad aprire una propria libreria. Andò così a trascorrere un periodo di apprendistato a Milano presso la libreria di Annamaria Gandini (celebre per la fondazione di Linus), ospitata dalla cugina Aurelia (moglie di Gaetano Afeltra, storico direttore del Corriere della Sera) dove conobbe personaggi come Giorgio Bocca e Paolo Mieli, ma anche Inge Feltrinelli. Attraverso impegno e sacrificio riuscì poi ad acquistare il locale in cui impiantare la propria attività.
La signora Isabella ( così è conosciuta dai propri clienti) racconta di dovere molto alla famiglia, ma soprattutto alla lettura e alla sua libreria grazie alla quale è riuscita a vincere una grande timidezza e insicurezza, forte nelle donne della sua epoca, soprattutto in contesti piccoli come un paese, dove erano fondamentali le apparenze: attraverso il libro, invece, è entrata nel “suo mondo”, nel mondo giusto per lei.
La libreria Villari offre non solo libri più conosciuti, ma soprattutto testi datati, ricercati e difficilmente reperibili altrove, persino nei megastore cittadini, offre anche molti testi sull’arte e sulla storia pugliese accuratamente scelti dalla proprietaria. Trascorrere un po’ di tempo a leggere, a discutere o anche “solo” a chiedere consigli di lettura alla signora Isabella fa riscoprire la vera essenza dei libri, della lettura, fa sentire in un rifugio, in una riserva di umanità che come tale va curata e protetta dall’imbarbarimento.
Il professor Luciano Canfora, frequentatore della libreria, ha scritto una dedica che riassume perfettamente il ruolo di una libreria come la “Villari” nel contesto contemporaneo: “La libreria Villari resterà unico esemplare di libreria umana di fronte all’assalto dei supermercati”.
Ora però non sono più i “supermercati” del libro come le librerie Feltrinelli, che hanno una storia e un’ideologia di fondo perduta nel tempo a causa della massiva ed eccessiva diffusione, a recare danno. A privare sempre più di linfa questi piccoli luoghi, a causare rovina e distruzione, sono gelidi siti internet che riscuotono successo forti solo delle “comodità” che offrono, agendo esclusivamente in base a logiche del guadagno, del profitto, disinteressati alla cultura e anzi promotori di una ‘non-cultura’ commerciale.
La gentile proprietaria della libreria indipendente Villari ricorda che venti anni fa decine di studenti universitari trascorrevano in libreria interi pomeriggi ogni giorno, seduti per terra, sulla verde moquette, consultando libri, conversando; ora invece tutti consultano internet e acquistano da Amazon. Alcuni pomeriggi, in libreria non si vede neppure un avventore incuriosito. Prima, d’estate, c’era richiesta sufficiente per organizzare delle presentazioni di libri, affollando il marciapiede, tanto che quando la stessa Inge Feltrinelli si presentò in libreria per invitare Isabella all’inaugurazione del primo negozio Feltrinelli a Bari e le chiese cosa ne pensasse dell’apertura di una grande libreria, lei rispose che nonostante lo svantaggio economico che ne sarebbe derivato, era soddisfatta della presenza di un nuovo luogo di aggregamento e diffusione della cultura per i giovani; ora, invece, più nulla. E chiedendole un parere sulla attuale situazione politica, sulle attuali circostanze globali, risponde che le scelte politiche scaturiscono anche dalla scarsa lettura che porta ovviamente all’ignoranza, mal interpretata e spesso cavalcata da ricche classi dirigenti borghesi in passato, ora veicolata da pericolose ideologie politiche.
Per la signora Isabella “ciò che da il libro, il buon libro, è il massimo che un essere umano possa ricevere; l’essere umano che non legge non è all’altezza di educare un altro essere umano, un futuro cittadino ed essere pienamente partecipe alla sua formazione”.
La signora Isabella vorrebbe che venissero riscoperti il valore, l’importanza, la necessità umana, culturale e storica universali di luoghi come la sua libreria che da troppo, troppo tempo sono abbandonati.
L’umana proprietaria della libreria Villari è un eccellente esempio di “virtù”, di perseveranza, di tenacia, di impegno civile costanti e resistenza. Ora più che mai, in un “barbaro deserto”, la libreria Villari è un rifugio.