Nella trafficatissima via De Rossi a Bari, all’angolo con via Putignani, c’è Moby Dick libri & giochi, una libreria indipendente
per piccoli grandi lettori. Una vera rarità come una grossa balena bianca nel centro murattiano. Non solo libri ma anche tanti giochi, un grazioso angolo di spensieratezza per perdersi in un mondo incantato.
Teodoro Micunco con il suo occhio da intenditore sa già corsa stai cercando appena hai varcato la soglia della sua libreria. Un vero talento e una lunga esperienza alle spalle. La sua libreria, ci racconta, “nasce dopo una lunga militanza da librario. Ho iniziato la mia carriera nel mondo editoriale come procacciatore di contratti per Einaudi, poi per dieci anni ho lavorato nella libreria Mondadori di Via Sparano a Bari. Chiusa quella avventura c’era l’esigenza di fare qualcosa in proprio però si era già capito che l’unico settore che trainava un po’ era il settore dei piccoli, così è nata l’idea di fare a Bari qualcosa dedicata solo ai bambini e ai ragazzi”.
Moby Dick, perché ha scelto questo nome?
Per due ragioni. La prima una passione sfrenata per il capolavoro di Melville, la seconda per il contrasto tra un luogo così piccolo (lo spazio è di circa 50 metri quadri ma ben organizzati, ndr) e un nome così altisonante.
Che rapporto c’è tra libri e piccoli lettori?
I bambini sono portati sin da piccolissimi per l’oggetto libro. Il problema è l’adulto che crede che il libro vada regalato quando il bambino inizia a leggere. Dimenticano, gli adulti, quanto sia importante ascoltare qualcuno che legga per noi. Dovrebbero dedicare tempo alla lettura di libri ai bambini, spesso non ne hanno. E questo è un primo problema. Il secondo è economico perché si ritiene erroneamente che i libri siano costosi. Ma è una assoluta bugia. Un bel albo illustrato costa 12-13 euro, non mi sembra un investimento folle. Il nostro lavoro è abbattere tutte queste barriere, baipassare gli adulti e portare direttamente la conoscenza del libro al bambino con laboratori, incontri di lettura, iniziative divertenti ed appassionanti.
Quali sono i gusti dei tuoi piccoli lettori?
Gli album illustrati per i bambini sono il top perché parlano già con le immagini. Crescendo, il problema diventa la scuola. Concepire la lettura come un obbligo, non da buoni risultati. Occorre invogliare i ragazzi alla lettura con una scelta mirata, spesso invece si veicolano ai bambini libri bruttissimi. Se si riuscisse a mettere in contatto la scuola e le librerie si riuscirebbe a fare un bel lavoro.
Cosa è cambiato nelle scelte dei ragazzi?
Nei bambini nulla perché l’offerta è rimasta pressoché invariata. Sui ragazzi c’è stato uno stravolgimento dell’offerta. La letteratura per ragazzi è cambiata. Alle volte in meglio, ma altre in peggio. C’è tutta la fascia young adult che propina delle autentiche porcherie da leggere. Tuttavia ci sono degli scrittori che portano avanti un progetto trasversale tra tutti gli editori, c’è un bel movimento. Anche se io lo giudicherei tra dieci anni. Quando c’è un libro che va, come le storie della buonanotte per ragazze ribelli, purtroppo il mondo editoriale preferisce proporre infiniti cloni inutili piuttosto che andare a scoprire nuovi scrittori, generi, tendenze.
Moby Dick è una libreria di comunità?
Assolutamente sì. Tenere in piedi una libreria è una scommessa, specialmente dalle nostre parti. Il nostro obiettivo, raggiunto in quasi dieci anni di attività, è quello di creare una comunità che sostenga il luogo e viceversa. Si può fare di più, ci dovrebbero essere più interventi di sostegno perché le piccole librerie indipendenti sono dei presidi culturali che andrebbero aiutati economicamente.
Che cosa è un libro?
Per un adulto dovrebbe essere uno strumento di arricchimento, un amico.
Per un bambino dovrebbe essere un passo verso la curiosità. Se non c’è quella scintilla non serve a niente.
Per me il libro è una ragione di vita ancor prima di fare il libraio. Crescere avendo i libri in casa è una fortuna.
Ed è una fortuna trovare una libreria come Moby Dick, dove poter dare sfogo alla propria fantasia e soddisfare il desiderio di conoscenza. Un rapido sguardo agli scaffali e ci si accorge di quanti mondi inaspettati possano aprirsi semplicemente sfogliandoli. Potrebbe non essere una sola balena bianca.