Troppo traffico, pochi parcheggi, impossibile fermarsi su via Cairoli. Ma per una volta fatelo, gettate l’auto da qualche parte, oppure andateci in bici, a piedi che l’Oms non fa che ricordarci che dobbiamo percorrere 10mila passi al giorno, fatevi dare un passaggio.
Insomma, andateci e fermatevi. In via Cairoli 101, dove c’è una piccola deliziosa libreria indipendente, la Libreria 101 appunto, per non confondere gli animi provati dal traffico e dallo smog. Prendetevi una pausa e respirate i libri che prepotentemente si mostrano in tutta la loro bellezza. Tutti lì, ognuno con la sua storia da raccontare, tutti talmente ricchi di personalità e assolutamente non omologati. Direte, come dovrebbe essere ogni libreria. No, com’è ogni libreria indipendente che ha alle sue spalle un libraio ispirato, come Antonio Chieppa che da circa due anni è l’anima e la mente di una delle più belle librerie di Bari. Che ci sia l’ispirazione, la passione e il sogno alla base della Libreria 101 si capisce dalle parole di Antonio “E’ nata come concretizzazione di un sogno che avevo già da molti anni, in maniera molto semplice, ho portato a termine un percorso che ho iniziato tempo fa, tutto qui”.
Semplice come le cose fatte e non soltanto dette, Antonio ha lavorato in una sua precedente vita per potersi permettere di dar forma al suo sogno e aprire la 101, che ama per “il contatto umano con il cliente che viene qui non solo perché deve comprare un libro mirato, ma viene qui perché può curiosare in libreria e trovare un libro che magari non si aspettava di trovare. C’è un contatto umano, uno scambio di opinioni sulle letture che si fanno che è una delle cose più belle, e c’è una crescita sia da parte mia che posso imparare tanto dai miei clienti-lettori e viceversa mi auguro che ci possa essere una crescita anche da parte del cliente”. Non basta questo per parlare di amore? Leggete ancora le sue parole “ho sempre avuto la passione per i libri e la lettura, i testi che propongo sono scelti da me, parto dai miei gusti personali nella scelta degli autori e delle case editrici non badando a quelle che sono le classifiche ufficiali”. Credete ancora che si tratti di una mera attività commerciale? Che sia il profitto e solo quello a muovere i suoi passi?
In barba a quanti sostengono che i libri sono morti e che le piccole librerie hanno vita corta, Antonio è mosso da un incrollabile ottimismo “E’ bellissimo essere una libreria indipendente, perché il lavoro del libraio mi piace tanto, non è neanche tanto vero che si legge poco, è vero in parte ma non così poco come si può immaginare o pensare sulla base delle indicazioni che ci vengono date”.
Siete anche voi convinti a questo punto che il suo sia un vero e proprio innamoramento?, Che stia percorrendo quella fase della vita in cui tutto è puro splendore e ciò che bello non è, piace ugualmente perché fa parte del gioco? Così se proprio deve trovare un limite nel gestire una piccola libreria indipendente, Antonio risponde cosi “il limite è quello classico di buona parte delle attività commerciali, c’è poco potere di acquisto, ma questo è un difetto che non dipende dal lavoro, è un difetto sistemico che subisci. Non c’è mai stata voce in capitolo sui costi, sulle tasse…”.
A differenza di altri suoi colleghi non ha subito l’avanzata di Amazon “Noi qui al Sud siamo fortunati perché non abbiamo ancora preso l’abitudine di ordinare i libri online”, anche se “l’ e-commerce ha influito negativamente sulla qualità del lavoro di chi lavora perché si ripercuote sulla distribuzione, sui tempi di consegna sino a diventare un ostacolo economico alle attività commerciali fisiche”.
Ma è solo un attimo che vola via, Antonio inizia a parlarci di un libro di Irmgard Keun, la prima dattilografa, poi attrice, poi scrittrice e giornalista tedesca che per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti finge il suo suicidio e nel frattempo gira il mondo con il suo compagno Joseph Roth, portandosi dietro l’ammirazione di Mann per ogni suo lavoro. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo presto.