“Cinque bachi da setola e un bozzolo” questo il titolo dell’opera di Pino Pascali, che ha rubato la scena al rinomato Museo Sigismondo Castromediano di Lecce nel giorno della sua inaugurazione. Ed è un’opera emozionante, dall’impatto scenografico travolgente, i cinque bachi, scovoli in setola e nell’angolo il bozzolo volutamente spesso da contrapporre alla impalpabile ragnatela.
L’opera fa tappa a Lecce fino a settembre, prima di raggiungere Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
Rosalba Branà, Direttrice della Fondazione Pino Pascali, ci spiega che “l’opera è patrimonio della Puglia perché è stata acquistata dalla Regione e ha trovato la sua dimora nel museo Pino Pascali ma sta compiendo un tour nei principali monumenti.
L’opera è stata fatta da Pascali nel 1968, anno in cui muore. Pascali è molto attratto dai nuovi linguaggi e dai nuovi materiali che in quel periodo stavano nascendo quindi materiali anche industriali proprio come gli spazzoloni che compongono questi giganteschi bachi da setola perché appunto riprendono con un gioco linguistico il baco e la seta e il baco e la setola.
Pascali gioca sempre sui linguaggi e i materiali, è un artista che ha rinnovato il concetto di scultura del novecento”, ricorda la direttrice.
E questa opera in questa sala è quasi un gioco, una sfida per chi la osserva. È una metamorfosi, di materiali, di parole, di significati. Pino Pascali espose l’opera nel marzo del 68 nella galleria romana L’Attico e destò interesse e scalpore. Nella sala del museo il visitatore ne osserva i colori, pochi fortunati presenti all’inaugurazione hanno potuto assistere alla metamorfosi dei bachi in ragno e farfalle grazie alla coreografia del Corpo di ballo de La Notte della Taranta sulle note di ‘Sta cala lu sereno de le stelle’. A chi vorrà vederla sveliamo, con le parole della direttrice Branà, la bellezza dei colori dei bachi che sono ricordi e evocazioni.