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Chagall, sogno d'amore

Chagall, sogno d'amore

Il rosso e l’azzurro fanno l’amore, si abbracciano, si sovrappongono, si avvicinano, respingono. Poi arrivano tutti gli altri.

In un sogno ad occhi aperti le tele di Marc Chagall raccontano le favole, la poesia, le visioni di un uomo che ha saputo sognare.

“Il colore è tutto. Quando il colore è giusto, la forma è giusta. Il colore è tutto, il colore è vibrazione come la musica; tutto è vibrazione” scrisse il pittore russo naturalizzato francese a cui Conversano dedica una mostra al castello aragonese Chagall. Sogno d’Amore, visitabile sino al 27 ottobre 2024.

Un racconto per immagini che narra la storia di un uomo lirico, immaginifico, “Un poeta con le ali di un pittore”, come lo descrisse Henry Miller.

Tutto è poesia in lui, un racconto in versi di un mondo visto solo dai suoi occhi, anche i titoli delle sue opere Sei il mio sole, Mi hai riempito le mani, Lo stolto che vende saggezza sono versi, promesse d’amore, visioni. Infinite porte che rimandano a interminabili mondi. Altri rispetto alla cruda realtà di un profugo ebreo che ha subito le persecuzioni naziste durante la seconda guerra mondiale. Fugge dall’orrore e lo dipinge, con una allegoria ricordando Mosè che porta in salvo il popolo ebraico verso la Terra Promessa. Chissà cosa avrebbe dipinto oggi di tanto orrore lì dove una promessa aveva piantato il seme fragile della pace. L’arte, diceva, è uno stato d’animo e lui li ha raccontati tutti.

Nel 1927 il gallerista ed editore Ambroise Vollard gli commissiona le illustrazioni delle favole di La Fontaine, anche qui attinge al suo vissuto, quando bambino giocava nelle campagne russe con vitelli, mucche, maiali, rane, volpi, galli, formiche.

“Nella vita, proprio come nella tavolozza dell’artista, c’è un solo colore che dà senso alla vita e all’arte: è il colore dell’amore” scrisse svelando il segreto delle sue opere. Ogni cosa è sentita più che vista o pensata. I sensi sono scoperti ed esplodono quando incontra Bella Rosenfeld, moglie, musa, amante.

“Mi basta aprire la finestra della mia stanza perché l’aria azzurra, l’amore e i fiori entrino con lei”. Per lei dipinge una moltitudine di fiori: violette, calle, peonie, rose. È il suo paradiso in terra “Bella mi diede il primo fiore... potresti chiederti per ore quale sia il significato dei fiori, ma per me rappresentano la vita stessa, in tutto il suo felice splendore. non potremmo fare a meno dei fiori”.

La mostra ripercorre cinquant’anni di vita artistica di Chagall, sussurrando tutti i segreti della sua vita, il dolore che provava per le ingiustizie del mondo, la speranza, l’amore. “Vado in brandelli, in fiamme/Gli ultimi chiarori dei miei anni/Ciò che dipingo mi diventa un sogno/Cammino e mi perdo, io mi perdo/Non cercatemi oggi né domani/Sono partito e da me lontanissimo/Io sono in una/Tomba inimmaginabile di lacrime” scriverà. Tutto è un poema da dipingere, anche l’orrore, una dote presa in prestito dai suoi amici, Blaise Cendrars, André Breton, Guillaume Apollinaire, André Salmon, Paul Éluard, Max Jacob e André Malraux. Va in fiamme, in brandelli, ma poi ricompone tutto. È sempre l’amore che ricuce la sua vita, se ne inebria e lo dipinge, in un vaso di rose bianche.

“Mia soltanto è la patria della mia anima. Vi posso entrare senza passaporto e mi sento a casa; essa vede la mia tristezza e la mia solitudine ma non vi sono case: furono distrutte durante la mia infanzia, i loro inquilini volano ora nell’aria in cerca di una casa, vivono nella mia anima”.

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