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Col tramonto sulle spalle

Col tramonto sulle spalle

Dietro le rocce dopo essersi posato sulle tue spalle, così sparisce il sole quest’oggi ed i colori tenui e caldi lasceranno spazio alla notte.

E sarà blu e bianca di stelle luminose, ma ora qui su questa riva deserta, neanche un uccello canta la sua canzone al mare. Tace la natura in contemplazione dell’ultima luce prima che tutto diventi argento e viola, prima che il buio arrivi ad oscurare passioni e amori, cresciuti qui tra questi scogli con inutili promesse per sempre.

L’acqua tranquilla del mare in superficie che il vento non vuole disturbare, cela nelle sue profondità correnti di collera, gelide come il ghiaccio e la separazione. Sul fondale un polpo si nasconde tra le rocce. Il tramonto si manifesta d’un tratto con la sua poesia e dolcezza, carezze per animi inquieti, calore per chi ha il freddo dentro. Una barca spegne il motore, fastidioso rumore nel silenzio dell’attimo che separa l’attesa di un ritorno. Il pescatore trascura canna e rete, distratto dall’intenso cielo che va colorando mare e terra, lasciando pennellate limpide e delicate. Non ci sono linee di forza, la bilancia desumente è in perfetto equilibrio, in questo solo istante. Tornerà inesorabilmente a pendere da un lato sottolineando colpe e debiti, e non è un gioco. Non c’è il verde che implori speranza nella prolungata assenza.

Col tramonto sulle spalle dormono i fiori diurni mentre si svegliano le belle di notte, corolle da offrire in dono. Non al mare, non al cielo.

La scia di un aereo, la livrea un riflesso, è l’unico segnale di movimento in questo spazio fermo. La meta sconosciuta, la rotta già tracciata, inesorabile destino.

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