I paesaggi sono al centro della sua arte pittorica, i forti contrasti di luce ne esprimono la potenza, l’attenzione è per il particolare.
Non disdegna temi mitologici, biblici e storici, ma in tutte le tele a dominare è sempre il paesaggio. Joseph Mallord William Turner, artista inglese, non sempre stimato dalla critica giornalistica del suo tempo, è per tanti il pittore della luce. Interprete del sublime, Turner ha un amore per gli antichi maestri dai quali trae ispirazione per le sue creazioni.
“Turner conosceva il vero carattere della differenza abissale tra il colore della luce e i colori dell’arte con una chiarezza rara tra i pittori di ogni tempo. Si può riconoscere nei suoi quadri, particolarmente in quelle con albe dorate, non solo la purezza del colore ma un senso di tensione, come se registrassero un’aspirazione continua verso un ordine di purezza impossibile per il colore”, scrive Gowing. La ricerca per la luce porterà Turner a riportare sulla tele l’intensità stessa della luce capace di modificare forme e volumi.
Dai paesaggi ben percepibili, dove l’equilibrio delle forme e delle sfumature di colore è perfetto, a quelli in cui la luce e la sua rappresentazione rendono indecifrabile il soggetto. La valorosa “Téméraire” trainata all’ultimo ancoraggio per essere demolita, è un olio su tela di irresistibile perfezione, dove i timbri arancio e rosso del tramonto rendono reale l’ultimo viaggio del veliero. Bufera di neve, valanga e inondazione, una scena nella parte più alta della Val d’Aosta, è un quadro in cui l’esplosione della luce e dei colori emerge sulle forme creando quasi un vortice in cui nulla si distingue se non la natura sopraffatta.
Per Turner l’arte è una esperienza totalizzante, nulla è scontato, tutto è provato, vissuto. Per Wilton “Quello di Turner era un mondo in cui la bellezza della natura esercitava sull’uomo un’influenza più determinante di quanto non avvenga ora … L’arte era un costante discorso sull’uomo e il suo mondo”.