Il ponte traballa sotto i piedi, non guardare in basso, guarda dritto davanti a te. Guarda la via stretta e lunga che traccia per te.
Guarda il cielo che ti avvolge e senti senza guardare l’acqua che scorre sotto i tuoi piedi.
Sospesa nel vuoto tra cielo e terra compi quei pochi passi che ti separano dall’altra estremità, da quel fianco di collina verde, dritta, aspera e salda.
Oscilli, ondeggi, un po’ titubante sospesa nell’infinito. Oscillo, ondeggio e la paura è impastata di gioia e coraggio che ti spingono ad andare avanti e non indietro. Quel coraggio di prenderti quel pezzo di felicità che ti conquisti passo dopo passo, camminando nel cielo.
E non importa la fatica per arrivare sin lì, non importa il cuore in gola, le gocce di sudore che ti scivolano sulla schiena. Ora che sei lì, su quel piccolo ponte sospeso tra le nuvole, mentre stringi tra le mani le due corde che ti impediscono di cadere, ti vien da ridere e l’euforia sale. Fresca e viva. Cammino e il ponte balla sotto i passi di tre persone che lo percorrono. Piano, una alla volta, per non sollecitarlo troppo. Avanti e poi indietro sei stata nel cielo, sospesa, leggera, senza pensieri, senza affanni, senza pesi che ti tirano giù. Quasi leviti così in alto. In quel cielo terso e celeste. Sotto scorre il fiume. Il sole illumina la scena di te che cammini su quel piccolo e stretto ponte tibetano. Ora sei pronta per percorrere quello dei tuoi sogni, quello lungo come nessun altro. E la paura ti darà coraggio e il coraggio porterà la felicità.