Un momento di quiete e profondità, non un’assenza come sarebbe il tacere, ma un momento pieno da vivere con sé stessi.
Eugenio Borgna, psichiatra, docente, scrittore scandaglia gli abissi del silenzio in tutti i suoi luoghi. “Un silenzio che è necessario interpretare nei suoi orizzonti di senso” scrive ne In ascolto del silenzio, edito da Einaudi. Quei silenzi necessari per recuperare il senso di sé quando “Non ci sono più sguardi che mi fanno essere nel mondo, che mi consentono di dire agli altri che cosa senta, non ci sono più luci sulle cose del mondo, che si oscurano in un silenzio disperato, non c’è più un cuore che risponda alle mie emozioni e alle interrogazioni del mondo, ma c’è un cuore che si trasforma in pietra immobile, non c’è più il mondo solcato da attese e speranze, da intermittenze del cuore, ma c’è il silenzio del corpo, che è ancora più straziante del silenzio della parola. Non è più possibile sentire come vivente il proprio corpo, che sembra annegare nella disperata insignificanza di un corpo perduto nella prigionia di una infinita solitudine”.
Borgna ascolta i silenzi e li decifra, crea un linguaggio sconosciuto ai più che di quell’assenza di parole si nutre e ci aiuta a comprenderlo e farlo nostro per recuperare parti di noi che sfuggono via.“Ogni giorno siamo pieni di infiniti pen-sieri, di infinite emozioni, di infinite distrazioni e di infiniti progetti, e non abbiamo il tempo di rimettere in discussione il senso di quella che è la nostra vita. Il silenzio è dentro di noi nella sua fragilità, ed è necessario farlo ogni volta riemergere. Non dovremmo mai lasciarci trascinare dalla impazienza e dalla fretta, dalla smania e dalla leggerezza di aggredire un silenzio, senza ricercarne le motivazioni. Nel silenzio si ascoltano voci segrete, voci dell'anima, che sgorgano dalla piú profonda interiorità. Se non amiamo il silenzio è forse perché non vogliamo ascoltare quello che si agita nel nostro cuore, e rispondere alla voce che chiama dalle misteriose lontananze della nostra anima”.