Un movimento confuso, un tramestio continuo, sembra un reticolo in cerca della via.
Partiti da un punto, la madre di tutto e poi via, incrociandosi, attraversandosi, ognuno è se e parte dell’insieme. I solchi si fanno profondi e chiari, la strada è scura come il verde di un bosco che non conosce luce.
La madre fiera e sicura segue una linea retta, accompagna separandosene, i figli, che si allungano, creano case, insiemi e poi tornano ad essere infinito. Non sono contenuti, si propagano, cercano alle volte riparo, sembra siano perduti, ma non si sono persi, sono altrove “Se tardi a trovarmi, insisti. Se non ci sono in nessun posto cerca in un altro, perché io sono seduto da una qualche parte, ad aspettare te” diceva il poeta e sono cercati nella vastità universa. La madre continua il suo cammino, il suo tracciato è più ampio, più forte, più saldo, più chiaro e luminoso. Non tentenna, crea vie laterali, nuove storie, nuovi incontri, nuovi spazi. Nessuno ampio come la sua moltitudine, dove ognuno si racchiude in te, che hai tracciato la via maestra.
La foglia non conosce ogni piccolo sentiero, lo accoglie, impara a farlo suo, lo rende parte di qualcosa di più grande e ampio. Di un respiro eterno, di ciò che è stato e che sarà.
Tutto ondeggia ricurvo, scegliere se andare oltre l’infinito lasciandosi flessibili per poter tornare a casa, una possibilità. Alla fine, solo alla fine di tutto i percorsi torneranno in un punto, l’inizio di ogni cosa che ha superato la scura, come un bosco verde, strada. Tutto finisce com’è iniziato, la madre di tutto riaccoglie abbracciandolo, il suo insieme.