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Gli antichi mestieri di Firmin-Girard

Gli antichi mestieri di Firmin-Girard

La luce è reale, così come il calore sprigionato dai forni. Non semplici pennellate ma finestre per entrare in un altro mondo.

Da un lato un mondo chiuso nella sua sacralità borghese, dall’altro uno capace di mostrare la vita delle persone comuni e delle loro occupazioni. Mestieri, piccole arti, che si consumano all’interno delle botteghe. François-Marie Firmin, meglio noto come Firmin-Girard, cattura un mondo che stava iniziando a scomparire sotto i suoi occhi, la rivoluzione industriale avrebbe imposto altri tempi, altri  luoghi. Firmin non vuole che tutto questo scompaia e inizia a vagare per i paesini intorno alla sua casa e a dipingere gli artigiani all’opera. Non semplici impieghi, ma un modo di concepire la vita.

Va più volte nella fucina di Jean Perrat a Saint Denis de Cabanne dove la gente del villaggio andava per ascoltare la lettura dei giornali al caldo.

Non poteva perdere un mondo così ricco di umanità, i fabbri che lavorano tranquillamente e sapientemente, il capofabbro che legge il quotidiano e i vicini accanto a lui. Le barriere, i limiti, i tempi e i confini che imporrà la rivoluzione industriale sono alle porte, ma in quelle botteghe resiste un altro mondo. Il mondo che Fermin nei suoi quadri ci restituisce intatto.

Non romanticizza nulla, non ignora la fatica, la stanchezza, le troppe ore passate a lavorare, ma mostra un mondo il cui fulcro erano le persone che pazientemente lo costruivano. Ci sono sguardi, parole, vicinanza. C’è tutto quello che ora non c’è più.

Visita il falegname di Onival, Clément Roy, la tessitura praticata a Charlieu, le vetrerie nella valle della Bresle, i vasai a Vallauris. Poi dipinge tutto per mantenerli vivi.

A distanza di più di cent’anni, camminando per i vicoli di una città che ha saputo tenersi stretta quella umanità, una macchia di colore attira il mio sguardo, fiori sui gradini di una chiesa, portale verso un altro mondo. Il mondo di Firmin è in mostra alla chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta a Napoli. Solo due quadri. Un mondo intero.

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