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Donnaregina, vecchia e nuova, storia

Donnaregina, vecchia e nuova, storia

Non c’è alcuna facciata barocca, nessun fronzolo, nessuna dimostrazione di abilità, le pareti esterne sono essenziali, prive anche di luce.

La scalinata però tradisce una volontà di elevarsi, di imporre un pensiero diverso, una manifestazione di un passato che resta indelebile, solidificato su secoli di storia, e che il presente ignora fin quando non si varca la porta. Il complesso Donnaregina a Napoli è guardare attraverso i vari livelli una storia sedimentata.  Gli edifici più antichi hanno subito una lunga trasformazione, le antiche pitture hanno lasciato spazio alle decorazioni barocche.

Il complesso comprende la chiesa di santa Maria Donnaregina Nuova costruita nel Seicento per volontà delle Clarisse del monastero. La navata della chiesa è rivestita di marmi policromi e gli affreschi sul soffitto con la gloria della Vergine.

Donnaregina Vecchia è ciò che resta con continui rimaneggiamenti della chiesa in stile gotico che Maria d’Ungheria madre di Roberto re di Napoli, fece ricostruire fin dal 1307 e che per sua volontà accoglie il suo sepolcro con un monumento oggi esposto nella parete sinistra della navata. Ci si trova in un viaggio nel tempo, nel silenzio del complesso, si possono ammirare scene di pittori del trecento. Affreschi rosso fiamma.

La voce che si ascolta osservando le architetture è un sussurro che esprime la grandezza di Napoli, volutamente calpestata eppure reale nella sua essenza. Un mistero resta come possa accanto ai palazzi eretti a pochi centimetri l’uno dall’altro conservarsi tale dimensione storica.

Il museo diocesano completa lo spazio. Collezioni, dipinti, lungo le gallerie e poi mostre da visitare.

 

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