Quattro capitoli e il nero dei versi è solo una piccola parte delle emozioni e sensazioni che il bianco delle pagine contiene e lascia scivolare
via, come piccole vibrazioni fluttuanti nello spazio che separa libro e mente. Quattro capitoli Cose a caso che non ti dico, 4, Sarò mai la me che ignoro, Ecco qui.
In Poesie, esordio letterario di Chiara Lev Mazzetti, edizione Atlantide, i versi sono decise pennellate su tele bianche, sono storie, fotografie. “Al mattino hai aperto gli occhi/ vi ho visto strade/ dove ci saremmo cercate”. Un battito di ciglia e i versi raggiungono la memoria, vi si installano, potenti, come segni, immagini, istantanee. “Vicino poi lontano/ hai disegnato un arco che poteva esser perfetto/ la sezione più dolce/ ed io non ne esco”. Amore, perdita, desiderio, messaggi in grado di superare la dimensione della pagina, di arrivare, lì dove il pensiero prende forma. “Vicino poi lontano/ hai disegnato un arco che poteva esser perfetto/ la sezione più dolce/ ed io non ne esco”.
“Sinceramente pensi di pensarmi/ un giorno sì e uno no/ non mi hai neanche detto se/ quei giorni sian pari o dispari”. Le liriche di Chiara Lev Mazzetti sono poesie d’amore in cui l’amata non c’è più eppure permane una consapevolezza, quella sentimentale del racconto di ciò che è stato e delle mancanze, delle illusioni. “Avresti dovuto credere ad almeno una delle cose che ho inventato”. Brevi poesie, versi immediati, uno stile nuovo, fresco. Poche sillabe per contenere il tutto. “Amori miei tutti belli/ non pensate a me/ amatevi tutti”.