Restare aggrappati ad un filo di parole, da pronunciare a voce alta nel vuoto di una stanza e nella propria memoria, per ricordare.
Non perdere il contatto con il proprio dolore, una perdita, la sofferenza che si somma giorno dopo giorno, ed un corpo che si consuma.
“Il corpo è una lisca allucinata sorretta/ dalla pila di cuscini./ Nel respiro un carillon dall’unica nota/ di acqua e fango./ La misericordia della penombra e dei sonniferi guastata dalle voglie imprevedibili dell’acqua, che ha deciso e spinge, diventa fango, ridisegna i polmoni per sfasciarli a lungo”.
Il corpo è quello del padre dell’autore, scrittore e qui poeta. Figure amate di Orso Tosco, edito da Interno Poesia prefazione di Franca Mancinelli, è una raccolta di 30 poesie, opera prima in versi. È un viaggio dove amore e dolore si intrecciano, dove chiaro è l’addio, dove rivive il ricordo. La quotidianità dei gesti è tangibile prova di legame intenso.
“Che stanchezza da pane dimenticato/ in queste stanze di sonno breve,/ in questo sonno a morsi amari/ che voglia di piangerti meglio”.
È consapevolezza della perdita, della scomparsa, della morte. “Andato, ti cerco/ nella tua biblioteca esplosa “Con gli occhi del linguaggio/ quando il mare si affaccia dai boschi/ sotto l’unghia scotta il sangue/ e tu tremi nell’estate./ Io non ho spirito sono solo un corpo” / I tuoi libri ripetono/ queste cose per te,/ perdono inchiostro/ come tu perdi le unghie,/ poi si richiudono, smettono/ perché ti sanno nella casa/ dei tentativi finiti”.
Trenta poesia, un percorso, da seguire per comprendere le figure amate.