La felicità raggiunta per davvero sarebbe davvero un bene per questo povero mondo in affanno? E se tutti fossimo felici cosa succederebbe?
Edwin de Valu è un editore di una casa editrice che pubblica un po’ di tutto dai libri gotici ai manuali di autoaiuto. Un uomo mediocre o come scrive Will Ferguson nel suo libro Felicità - tornato in libreria dopo vent’anni dalla prima pubblicazione, nell’edizione di Accento con una prefazione di Diego De Silva e la traduzione di Andrea Buzzi - “Edwin de Valu riesce a passare straordinariamente inosservato. Scarsità di consistenza” che si destreggia in quella che è una “palestra dell’assurdo e circhi autoazzeranti di desideri inappagati”.
Un giorno gli capita tra le mani un manoscritto che aveva cestinato prima ancora di dargli una lettura, ma che ripesca rocambolescamente ed edita, portando il mondo a un passo dall’autodistruzione. Il mondo intero diventa felice, per davvero. Non conta più l’aspetto fisico, ognuno perde le sue nevrosi, l’industria mondiale si decompone e il capitalismo su cui aveva prosperato l’America si frantuma in macerie.
Anche il più odioso e arrivista dei suoi colleghi ne viene contagiato “Quella di Nigel era una felicità profonda, esistenziale. Era il placarsi della tempesta nel centro esatto dell’animo”.
Edwin sempre l’unico al mondo ad accorgersi che tutta quella appagante felicità sta distruggendo il mondo, così come lo conoscevano. E inizia a cercare “Un posto in cui la gente continuava a maledire, a lamentarsi, a preoccuparsi e a ridere, a ridere non col cuore ma con la pancia. Un posto dove la gente continuava a provare, fallire e riprovare. Un posto, oltre l’arcobaleno, dove la gente lottava, scopava, beveva e fumava con sconsiderato abbandono umano”.
In questa sua crociata nessuno gli dà credito, né May superiore-amante-amica né la restante parte dell’umanità. Cerca di svelare l’arcano ma nessuno lo comprende
“Gli uomini non ballano quando sono sobri” gli dice l’autore del libro “Esattamente!Il mondo sta perdendo i suoi danzatori ubriachi. Certo, abbiamo girotondi e canti tutti insieme attorno al fuoco, ma l’ebbra danza della vita è giunta al termine. Ed è tutta colpa sua”.
Felicità è un viaggio di un uomo senza consistenza che trova in sé un guizzo di vita e arriva fino in fondo per rimettere le cose a posto, per portare le persone alla gioia, alla ricerca della felicità, che non è mai appagamento, ma una continua, umana, inebriante ricerca.