Nel 2021 Waref Abu Quba, regista e animatore siriano-tedesco con in tasca una laurea in arte conseguita a Damasco, raggiunge Istanbul.
Come ogni turista fotografa tutto ciò che cattura la sua attenzione, decine e decine di foto. Istanbul lo conquista, quel crogiolo di culture e arte, lo stratificarsi del tempo che rievoca l’epoca ottomana, bizantina, greca e islamica. L’arte lenta, paziente e sapiente degli artigiani che hanno intagliato, disegnato, modellato, dipinto ogni angolo della città, rendono Istanbul unica e Waref Abu Quba ritorna in quella città dai mille strati più e più volte per due anni. Trascorre ogni momento del suo tempo libero a camminare per i vicoli della città, scoprendo piccoli attimi di infinita bellezza. Il tempo è un luogo da abitare e lui scatta 2.900 foto per fermare il tempo e dare forma alla sua Istanbul. Unisce quelle immagini in 270 scene che compongono il suo cortometraggio Takrar or Repetition, chiede ad Alex Story di scrivere la colonna sonora e al percussionista Robbe Kiecken di dare un ritmo a quel luogo che è tempo. Per respirare bellezza, per amare, per fermarsi.
Fontane, piastrelle, porte, intarsi, guglie, finestre, tetti, la ricchezza di infiniti dettagli dei mosaici turchi. Tutto è bellezza.
“Creare ogni fotogramma di questo film è stata una gioia assoluta e ogni nuova scena ha portato sorprese inaspettate e bellissime - scrive l’artista siriano - Takrar or Repetition celebra la bellezza senza tempo e intricata dell'antico artigianato…è il mio tributo alle arti antiche e spero che vi piaccia guardarlo tanto quanto io mi sono divertito a crearlo”.