La senti questa musica tra le dimore antiche che attraversa le corti e si insinua tra i gelsomini e gli alberi di limone e cespugli di rose.
Ascolta le note nascoste tra le partiture che il vento sospinge tra i pini e le magnolie colorandole e profumandole come atmosfere lontane di un mondo che intuisci ma non conosci e corre parallelo al tuo, proiezioni tra il reale e il fantastico.
Eccola accendersi la musica, qualche fiato e qualche arco in più, qui due percussioni e poi un lento affievolirsi come se il vento avesse preso una direzione opposta, abbia deciso di virare, svoltare, cambiare verso per esplorare nuovi terreni nuove strade nuove pareti cui sottrarre polvere.
Potresti seguirla la musica, tra le colline incolte, i campi di grano, le scogliere a strapiombo sul mare, carezzare le onde a pelo d’acqua, immergersi negli abissi dove il silenzio ha un suono di solitudine, e poi attraversare il cielo, scompaginare nuvole, disegnare rotte e traiettorie, nuovi pentagrammi sui quali dare significato ai segni.
Eccola che torna la musica con le sue lacrime di sale, cristalli di altri pianeti, sabbie dei deserti, trascina con se mondi che ancora non conosci. Ed ora che è qui ha perso ogni suo sapere, si è trasformata adattandosi allo spirito di questo tempo. Ascolta il silenzio, ora che tutti tacciono perché le parole si son smarrite nel turbinio dei commenti che hanno tappato le orecchie, chiuso il cuore. Silenzio e domani sarà una musica nuova che sa di te.