Una strada di campagna come tante in Puglia, gli ulivi, foglie verde argento che brillano al sole, le spighe dorate che ondeggiano al vento.
E poi la facciata di un palazzo, quasi nel nulla. Il rosso carminio spicca tra quell’oro e quel verde, da lontano. Solo avvicinandosi si scopre l’immagine che raffigura, il volto di re Vittorio Emanuele II squarciato in due per far affiorare, proprio al centro una pagina di un libro di Antonio Lucarelli.
Storico, meridionalista, studioso del socialismo, del movimento operaio, del brigantaggio e del Risorgimento, amico di Filippo Turati e di Pietro Nenni, conosciuto, ammirato e studiato da Benedetto Croce e Antonio Gramsci.
La pagina in questione è tratta dal Sergente Romano, libro di Lucarelli che analizza il ruolo del brigantaggio in Puglia e in tutto il Meridione come rivolta contro l’oppressione del regime monarchico.
Un’opera potente realizzata quasi dieci anni fa dallo street artist Luis Gomez De Teran su un palazzo di edilizia popolare. I non luoghi, le aree disperse dai centri nevralgici dell’attenzione pubblica, uniche tele per opere che raccontano una storia, magari un’altra storia. L’arte erompe, il denaro corrompe. Nel nulla di un viale senza fine, tra case che sembrano confinate ai margini, un muro rosso erompe dall’animo dei passanti.
Un re senza occhi, perché non ha saputo vedere, per non comprendere, per marciare e conquistare al di là del bene e del male.
Nella stessa terra in cui è nato Lucarelli, ad Acquaviva delle Fonti, la sua lezione è un monito a chi passa da lì. Sempre dalla parte degli ultimi, dei dimenticati, degli oppressi.