E la chiamano estate questa estate senza te, senza notti a ridere per niente, senza mani che si incontrano per sentirsi accanto, nel caldo di una estate che non è estate.
Perché non ci sei, non sei qui a nasconderti dietro un pretesto perché le parole le hai perse per strada, ma ci sono le briciole, le vedi? Ti porteranno a casa, dove le parole hanno il suono di una poesia. Ma questa estate senza te ha perso il sapore, il colore, l’odore.
Il profumo del mare non lo sento, non c'è più, di quei bagni fatti per liberazione, come un rito di protesta che ogni giorno arriva per fare una rivoluzione e poi la pace di un’immersione in mare, com’è profondo il mare. L’azzurro è meno intenso, il verde non brilla più, nessun bagliore riflesso sul volto in un risveglio prematuro. Torna a dormire, è presto, ma non in questa stagione afosa che chiamano estate anche senza te.
Nessuna fuga in auto senza mete da raggiungere e i fari che vorrebbero essere spenti per guardare le stelle brillare, e poi fermarsi sul ciglio della strada per ricoprirsi di fiori gialli che chiamano finti, ma sono reali come il profumo di te accanto a me.
E camminare, camminare sotto il sole più caldo che c’è, sembra una montagna, non è neanche una collina, ma il tramonto arriva e siamo sulla cima del mondo.
E le chiamano notti queste notti senza te, non ci sono contese, le lenzuola restano ferme, nessuno le tira, nessuno le scaccia, nessuno le intreccia tra le gambe.
Ma gli altri vivono, parlano, amano in questa estate senza mezze docce, senza Penelope e i suoi fiori rossi che danno il buongiorno al sole ogni mattina. Senza un tortellino con il burro e qualche foglia di salvia. Senza il gusto di ciò che è speciale perché altrimenti sarebbe normale.
Perchè non torni qui in questa estate che non è estate senza te.