Un lungo viale dove le auto scorrono senza sosta, sulla destra una vecchia caserma ormai abbandonata, i muri lisi dal tempo.
Il grigio dell’asfalto sbiadito sul marciapiede. I nomi hanno importanza, ma sulla strada si corre, arteria verso più piccole diramazioni. Fermarsi e indugiare, nel ricordo di ciò che due uomini hanno fatto della loro vita, se solo il tempo non corresse.
E poi al centro appare una macchia di colore, quattordici metri di murale che accosta da un lato i magistrati Falcone e Borsellino e dall’altro le vittime sui luoghi di lavoro. L’ultima opera dello street artist Rizek. Allora un attimo c’è, l’auto si accosta e guarda. Gli occhi ricordano e vagano da quei due uomini che si cercano e si danno coraggio alle coordinate del luogo in cui sono stati portati via, scritte in alto, vicino al cielo. E i nomi di chi con loro è stato strappato via.
“Nella foto originale i due magistrati sono di spalle, li ho voluti mettere così come se si guardassero negli occhi” assonanza di idee, pensieri, saperi “le linee rosse dietro di loro rappresentano gli intrighi, il sangue, il fuoco, le fiamme” spiega l’artista che l’ha realizzato.
Così in una strada dove solo il nome li ricordava, oggi svetta alta l’opera che li riporta tra noi. “Immagino tutto nella mia testa, ho delle visioni di ciò che dovrà essere” e così tra i fili d’erba che caparbi spuntano dall’asfalto consumato un’immagine diventa un luogo dove indugiare, raccogliersi, incontrarsi “la street art è un atto sociale, nasce e muore per strada. L’opera stessa diventa di proprietà delle persone, l’artista una volta che l’ha firmata, la concede in dono alla città. Segue il principio dell’arte, ognuno ha la sua visione, la sua percezione. Così ogni persona vede ciò che sente”.
Da quel viale lungo e trafficato, nel grigio di una città senza verde dove solo un nome era monito, spunta la bellezza, la luce e il colore. Dove c’è il grigio totale e l’assenza di cura è facile che ci sia degrado umano e sociale, ma quando arriva la bellezza, tutti si elevano. “Fu negli anni Settanta nel Bronx che questo fenomeno fu osservato per la prima volta, là dove c’erano interventi di arte di strada, diminuivano i crimini, le persone avevano cura di sé e del luogo in cui vivevano”. Proprio come hanno insegnato Falcone e Borsellino, la cura delle persone, dei luoghi, delle idee.